Roma, 25 mar – Insegnante picchiata in provinca di Napoli. Il motivo? Il voto che aveva assegnato era troppo basso. E cos’ la madre di un’alunna decide di “manifestare” il suo dissenso. Le violenze contro il personale scolastico, però, sono ovunque: a Cesena un preside è stato vittima di attacchi. La scuola italiana, sotto troppi profili ormai, è sempre più allo sbando.
È accaduto nel liceo artistico Plinio Seniore di Castellammare di Stabia. A farne le spese, un’insegnante d’inglese. La ragione della violenza subita è delle più sconcertanti: i suoi voti che sarebbero stati troppo bassi. La madre di un’alunna, lamentando una presunta ingiustizia subita dalla figlia, ha perso completamente la testa, tirando per i capelli la docente e prendendola a schiaffi. Il personale scolastico in servizio è dovuto intervenire per difendere la docente.
Anche a Cesena violenza contro un preside
Anche una scuola di Cesena è stato teatro di violenze, ancora una volta commesse da adulti imparentati con gli alunni. Lì un preside, infatti, è stato colpito dal parente di una stundentessa, che era andato a prendere senza la delega dei genitori. Il dirigente scolastico gli ha negato di poter portare con sé la ragazzina: l’uomo dapprima si è innervosito, poi gli ha rifilato un pugno sull’orecchio. Il preside è finito al pronto soccorso con una prognosi di 14 giorni, mentre sul posto sono giunti i carabinieri. Per il sindaco di Cesena Enzo Lattucca è “un’aggressione inaccettabile”, aggiungendo che “a scuola i nostri ragazzi imparano il rispetto delle regole e delle persone, dove sono chiamati a relazionarsi tra loro usando il dialogo e il confronto come strumento di risoluzione dei conflitti”. Il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara annuncia, nel frattempo, che lo Stato si costituirà parte civile contro gli aggressori: “Se uno si alza in piedi prende a pugni un insegnante io proporrò che il ministero si costituisca parte civile nel processo penale e chi prende a pugni non avrà di fronte solo l’insegnante ma anche lo Stato perché paghi per il danno di immagine alla missione educativa della scuola”.
Alberto Celletti
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