Roma, 10 feb – Figlio di un’esule istriana trasferitasi a Trieste, dunque fin da piccolo particolarmente legato alle drammatiche vicende degli esuli istriani, fiumani e dalmati, da deputato Roberto Menia è stato il primo promotore della legge che ha istituito il Giorno del Ricordo, pensato appositamente per conservare e rinnovare la memoria dei martiri delle Foibe, nonché la tragedia dell’esodo. Attualmente senatore di Fratelli d’Italia, Menia è anche autore di uno splendido libro che consigliamo ai nostri lettori: 10 febbraio, dalle Foibe all’esodo.

“Ecco come è nato il Giorno del Ricordo”: intervista a Roberto Menia

Onorevole Menia, come è nata la legge che ha istituito il Giorno del Ricordo?

Questa legge è in realtà una fusione di tre testi diversi. Pensate, ci sono volute tre legislature per istituire il Giorno del Ricordo. Il primo testo che proposi è del 1994 e mi fu suggerito da Luigi Papo, esule istriano prima rinchiuso dai partigiani titini nel campo di concentramento di Prestranek, nonché autore dell’imprescindibile Albo d’Oro. La Venezia Giulia e la Dalmazia nell’ultimo conflitto mondiale. Papo aveva fatto una sorta di voto alla Madonna: ‘Se mai uscirò dalla prigionia, passerò la vita a raccontare il dramma vissuto dagli italiani in queste terre’. Fu lui a suggerirmi una prima proposta di legge per il rilascio di una medaglia commemorativa destinata ai parenti degli infoibati in Istria, a Fiume, in Dalmazia e nelle province dell’attuale confine orientale.

Quel testo, che proposi alla Camera, non fu nemmeno discusso. Il successivo sì, nella legislatura 1996-2001 fu discusso e approvato alla Camera, ma fu poi bocciato in Senato con il voto determinante del Pds. I senatori di sinistra in realtà si astennero, ma allora il voto di astensione valeva come voto contrario. Nella legislatura 2001-2006, rifeci la proposta, contando sul fatto che vigeva una corsia preferenziale a una proposta di legge approvata in uno dei rami del Parlamento. Nel 2004 si arrivò finalmente all’istituzione del Giorno del Ricordo, con quasi tutto l’arco parlamentare che approvò la legge. Faccio presente dunque che il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, ma si assegnano anche medaglie commemorative ai discendenti degli infoibati. Cosa quest’ultima che molti ignorano.

Lei è autore di 10 febbraio, dalle Foibe all’esodo, un saggio che è stato presentato ieri presso la sede dell’università eCampus, con la partecipazione tra gli altri del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e del cantautore Simone Cristicchi. Cosa ci narra in questo libro?

Si tratta della nuova edizione del libro pubblicato nel 2020, con l’aggiunta di alcuni capitoli. L’ho scritto abbinando a ogni capitolo una o più storie di una determinata città. E’ per certi versi anche una ricostruzione geografica delle nostre vecchie terre. Molto utile a far capire agli italiani che visitano l’Istria e la Dalmazia perché si imbattono in simboli e monumenti come il leone di San Marco o l’arena di Pola. Potrebbero partire da qui per capire quanto sia importante, ad esempio, dire Fiume anziché Rijeka, o Spalato anziché Split. Racconto poi un’italianità profonda. Nel libro ci sono tante storie della nostra agonia, degli infoibamenti e dell’esodo. Storie spesso terribili, da quella dei carabinieri impiccati a Fiume, a quella di un prete ammazzato con la corona di spine in testa. Ma anche storie bellissime, nel nome di una riaffermazione della nostra identità nazionale.

Onorevole, in Italia si fa abbastanza per ricordare gli esuli e i martiri italiani delle Foibe?

Le dico la verità, sono contento di quello che questa legge ha determinato. Oggi altrimenti si parlerebbe poco o nulla di Foibe. Certo, il Giorno del Ricordo è arrivato tardi ed è difficile recuperare tutta la memoria storica. Quello che però è importante è stato far emergere quella memoria privata di migliaia di italiani, che oggi finalmente è memoria nazionale.

Giorgia Meloni ha annunciato l’istituzioni del Comitato per il Ricordo. Di cosa si occuperà?

Sarà utile per iniziative nelle scuole, a organizzare viaggi appositi per i giovani e in generale a promuovere tutto quello che è mancato in questi anni. E’ davvero importante che vi sia direttamente lo Stato al centro della promozione di certi eventi per il ricordo dei martiri e degli esuli italiani. Un primo esempio lo vedrete già stasera: non solo Palazzo Chigi, anche il Colosseo sarà illuminato dal Tricolore.

A proposito di iniziative, stasera si aspetta qualcosa al Festival di Sanremo per il Giorno del Ricordo? Il ministro Sangiuliano lo ha chiesto esplicitamente, ma le parole di Amadeus non sono state così “aperturiste”…

Mi pare che alla fine sia stata messa in scaletta. Ma le dico la verità, io francamente neppure lo guardo il Festival di Sanremo. Tuttavia, visto che lo guarderanno moltissimi italiani, è giusto che ci sia un’iniziativa per il Giorno del Ricordo.

Eugenio Palazzini

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