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Un secolo sulle ali. La festa per i cento anni dell’Aeronautica

Al grido di “Gheregheghez”, l’Aeronautica militare festeggia i suoi primi cento anni, alla presenza del capo di Stato maggiore dell’Arma azzurra, Luca Goretti, del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, del ministro della Difesa, Guido Crosetto, del capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone. Una ricorrenza che è servita non solo a ricordare il passato, quanto proiettarsi ancora di più verso il futuro.

L’Aeronautica militare ha compiuto i suoi primi cento anni. “Il 28 marzo del 1923 nasceva la Regia aeronautica indipendente, con una propria uniforme e propri distintivi di grado e specialità” ha raccontato il capo di Stato maggiore dell’Arma azzurra, generale Luca Goretti, in occasione delle celebrazioni per il Centenario nella cornice della terrazza del Pincio, a Roma. Un evento che ha permesso di festeggiare lo storico traguardo, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, del ministro della Difesa, Guido Crosetto, del capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, e degli altri comandanti di Forza armata e autorità civili, militari e religiose. Presenti le bandiere di guerra e d’istituto di tutti i reparti della forza armata e la bandiera di guerra dell’Aeronautica, a cui il Capo dello Stato ha consegnato l’onorificenza di cavaliere dell’Ordine militare d’Italia proprio per il suo impegno secolare sui “cieli d’Italia e del mondo”.

L’impegno quotidiano dell’Arma azzurra

Una Forza armata centenaria ma che “forte del sui patrimonio, e del supporto delle istituzioni, è sempre riuscita ad anticipare il progresso, oggi anche nei nuovi domini dello spazio e del cyber” ha raccontato ancora Goretti, “sfide del futuro che siamo pronti ad affrontare”. La bandiera, allora, diventa “il simbolo di una storia fatta di valori, passione, attaccamento alle istituzioni e custode del ricordo e della memoria di chi ci ha preceduto e fatto grande l’Aeronautica” ha detto Goretti, che ha voluto ricordare anche coloro che hanno compiuto l’estremo sacrificio tra le fila dell’Aeronautica, fino al recente incidente di Guidoni in cui hanno perso la vita il colonnello Giuseppe Cipriano e il maggiore Marco Menghello. Dal passato arriva la storia di chi ha costruito l’arma aerea, fino a farla diventare oggi “consapevole del suo ruolo, apprezzata nei consessi internazionali, e pronta ad affrontare tutte le sfide che l’aspettano con spirito di squadra”, frutto dell’impegno quotidiano degli uomini e delle donne in uniforme azzurra che quotidianamente “senza mai tirarsi indietro, in silenzio fanno quanto hanno giurato di fare: il proprio dovere, sempre, da cento anni”.

La sicurezza dal cielo

“Una volta che abbiate conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo, perché là siete stati e là desidererete tornare”. È con questa citazione di Leonardo Da Vinci che il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Cavo Dragone, ha voluto salutare l’Arma azzurra. Non abbiamo mai metabolizzato la conquista dei cieli, e il volo con finisce mai di sorprenderci. L’Aeronautica, con i suoi uomini e donne, dimostra ogni giorno la padronanza dell’ecosistema con i suoi mezzi e la tecnologia all’avanguardia” ha continuato Cavo Dragone, aggiungendo come “noi cittadini sappiamo che qualcuno veglia su di noi, sui cieli, giorno e notte, in qualunque condizione meteo”. Una squadra di eccezionali italiani, concittadini dei quali essere orgogliosi”.

Cento anni e non sentirli

Per il ministro Crosetto, nonostante i cento anni, l’Aeronautica si mantiene giovane “con lo sguardo sempre in avanti e la passione per l’innovazione”. Il Centenario, allora, “non è un punto di arrivo, ma la capitalizzazione di quanto fatto pronti a raggiungere vette sempre più alte”. Tutto dell’Arma azzurro parla di futuro, “una memoria che non trattiene a terra, ma fa volare sempre più in alto”. Il ministro ha poi voluto ricordare i tanti impegni assunti dalla Forza armata a tutela della sicurezza dei cittadini e degli interessi italiani, dal ponte aereo in Afghanistan agli aiuti in Turchia e Siria, dallo sforzo sui fianchi est e nord dell’Alleanza dopo l’invasione russa dell’Ucraina, passando per il supporto insostituibile nel corso della pandemia, con i voli in biocontenimento. “In cento anni il mondo è cambiato, ma non le qualità migliori dell’Aeronautica” che ha saputo costruirsi in questo secolo “qualcosa di oltre al successo delle missioni: l’affetto degli italiani” con la sua capacità di coniugare umanità e tecnica, ben rappresentato dalle Frecce tricolori “che uniscono tutti gli italiani durante i momenti più significativi della Repubblica”. E allora, l’augurio del ministro è che il motto dell’Arma azzurra, “Con valore verso le stelle” rappresenti anche il cammino dell’Italia, nella sicurezza che, “tra cento anni, l’Aeronautica militare sarà ancora qui, a vigilare sui cieli e nello spazio”.

Una parata aerea

Protagonisti della manifestazione, naturalmente, i velivoli dell’Arma azzurra. Hanno infatti attraversato i cieli di Roma, a rappresentare idealmente quelli di tutta la nazione, ben 74 apparecchi della Forza armata, a rappresentare tutte le diverse capacità espresse dall’Aeronautica. Dagli elicotteri multiruolo HH-101 agli arei per il collegamento P-180, passando per i C-130J della Lockheed Martine e i C-27J di Leonardo, velivoli per il trasporto tattico e strategico, fino ai KC767 per il rifornimento in volo. Presenti anche gli assetti per la sorveglianza aerea, come i P-72A per il pattugliamento marittimo, che vede infatti la partecipazione di equipaggi misti Aeronautica-Marina, i G550 CAEW, velivoli all’avanguardia per la sorveglianza con capacità di comando e controllo, in grado di verificare l’impermeabilità dello spazio aereo alleato e di allertare la difesa aerea nel caso di minaccia, e il 350ER per le operazioni Sigint. In volo anche i cosiddetti velivoli bianchi, impiegati per il trasporto delle autorità nazionali e per i voli sanitari d’urgenza, come gli Airbus A319 e i Falcon 50 e 900, e l’addestratore all’avanguardia T-346, realizzato da Leonardo, e utilizzato per formare i piloti destinati ai velivoli di ultima generazione presso la International flight training school di Decimomannu. Non potevano mancare poi i caccia veri e propri, le prime linee della difesa aerea, con i Panavia Tornado, gli Eurofighter, protagonisti dell’Air policing condotta dall’Italia e, naturalmente, gli F-35. A concludere la cerimonia, il passaggio dei nove Aermacchi MB-339PAN delle Frecce tricolori.

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