Roma, 18 feb – Nord Stream 1 e 2 e le esplosioni che li hanno coinvolti portano la Russia a difendere la sua posizione (oltre che ad attaccare quella statunitense) anche nelle sedi ufficiali, come riportato dall’Ansa.

Che la faccenda dei due gasdotti sarebbe tornata di attualità era in fin dei conti plausibile. Le rivelazioni del Premio Pulitzer Seymour Hersh, il quale ha sostenuto senza molti convenevoli una responsabilità statunitense (a mezzo di Cia e Marina) sulle esplosioni avvenute lo scorso autunno, riportando anche una lettera allegata a foto e documenti, hanno rilanciato prepotentemente la questione. Di prove dirette contro gli Usa, però, è a caccia proprio il Cremlino, a quanto pare. E allora il contenuto della bozza di risoluzione preparata presentata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu punta su un aspetto poco interpretabile: istituire una commissione internazionale indipendente per indagare sulle esplosioni. Oltre questo, la bozza ricorda ciò che tutti sapevano dall’inizio: che le esplosioni stesse siano state frutto di un sabotaggio, quindi un atto doloso, e non di un disastro tecnologico.

La richiesta a Guterres

Infine, la richiesta al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres: riferire al Consiglio, entro 14 giorni, le raccomandazioni necessarie per l’istituzione della commissione. Mosca, nei giorni scorsi, aveva puntato il dito in modo deciso contro Washington, mentre all’epoca dei fatti, il Cremlino aveva supposto che le responsabilità del sabotaggio fossero britanniche. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov si è recentemente espresso in modo molto duro, definendo l’atto un’azione di terrorismo, umiliante non solo per la Russia ma anche per la Germania. Successivamente, Lavrov aveva accusato l’Occidente di aver voluto sempre nascondere la verità su quanto accaduto.

Alberto Celletti

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