Mosca avrebbe cercato di influenzare le decisioni a Bruxelles corrompendone alcuni deputati. Lo rivela il primo ministro polacco Morawiecki. Già l’estate scorsa, prima del voto in Italia, il Comitato parlamentare sugli 007 lanciava l’allarme

Non solo Qatar e Marocco. Anche la Russia avrebbe cercato di influenzare le decisioni del Parlamento europeo, corrompendone alcuni dei suoi membri. Lo rivela il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, in un’intervista al portale i.pl. Il ministero dell’Interno polacco “rivelerà presto documenti” che mostrano come “i servizi segreti russi abbiano corrotto membri del Parlamento europeo”, ha detto il premier, aggiungendo che le informazioni riguardavano diversi eurodeputati, ma nessuno di nazionalità polacca.

A lanciare l’allarme sulle ingerenze russe era stato nei mesi scorsi il Copasir nell’indagine conoscitiva sulle ingerenze straniere nei Paesi europei lanciata nella scorsa legislatura, avviata sotto la presidenza di Adolfo Urso, oggi ministro delle Imprese e del Made in Italy, e illustrata nella relazione trasmessa alla Camera il 19 agosto scorso. In Italia si ravvisa, si legge, “una sostanziale debolezza degli interventi per il contrasto alla disinformazione e alle diverse forme di ingerenza. Un chiaro deficit e ritardo del nostro Paese rispetto ad impegni, strumenti, strategie e misure che da diverso tempo sono già operativi tanto nel contesto internazionale”.

Con riferimento alla risoluzione sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea e sulla disinformazione (2020/2268(INI)) proposta dalla Commissione sulle ingerenze e la disinformazione e approvata dal Parlamento europeo un anno fa, il Copasir scriveva: “I principali attori ostili sono, come è noto, la Russia e la Cina che fanno un uso ampio dei vari strumenti di disinformazione e di ingerenza sia sul fronte interno che all’estero nei Paesi considerati nemici”. Ma oltre a questi due la risoluzione del Parlamento europeo citava anche altri Paesi che più o meno estesamente sfruttano tali strumenti. Continua la relazione del Copasir: “Vi sono attori che svolgono una pesante attività di lobbying presso l’Ue, come la Turchia, il Qatar, gli Eau e l’Azerbaigian; sempre la Turchia si serve della sua diaspora per influenzare la politica interna, per esempio l’esito delle elezioni, oppure esercita un’influenza sugli istituti religiosi, come l’Arabia Saudita attraverso le moschee salafite in tutta Europa; l’Arabia Saudita e altri Paesi del Golfo, così come Russia e Cina, si servono della cosiddetta elite capture, il reclutamento di ex politici di rango nei consigli di amministrazione di aziende strategiche nazionali. Inoltre la risoluzione sottolinea la delicatezza della situazione nei Balcani definendoli un laboratorio, sfruttato da Cina, Russia e Turchia, per la manipolazione delle informazioni e per la guerra ibrida con il fine di indebolire l’Ue”.

L’estate scorsa lo stesso Urso, prima ancora che il governo Draghi cadesse, aveva inviato una lettera agli allora presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico. “Vi chiedo di sensibilizzare il Parlamento a occuparsi delle possibili ingerenze esterne sugli eletti in vista dei prossimi mesi”, scriveva Urso Facendo riferimento proprio alla risoluzione del Parlamento europeo.