Roma, 27 gen – Ocean Viking verso Carrara come ieri la Geo Barents verso La Spezia. I porti assegnati dal governo vengono semplicemente raggiunti senza tanti complimenti, e le Ong proseguono i loro viavai praticamente indisturbate.

Come riporta l’Ansa: “Le autorità italiane hanno designato il lontano porto di Carrara per sbarcare i sopravvissuti soccorsi da Ocean Viking. Si tratta di 1.500 km di distanza dalla zona delle operazioni, che comportano una navigazione di tre giorni ed espongono donne, uomini e bambini a onde, pioggia, vento e freddo”. Chi poteva scriverlo, se non una Ong? Sos Mediteranée twitta così il “fastidio”, ovviamente vittimizzando, contro un ostacolo che sostanzialmente non si sta rivelando tale, almeno nel breve periodo. La nave Ocean Viking farà scalo al porto di Marina di Carrara domenica pomeriggio con 95 clandestinii a bordo tutti raccolti – tanto per cambiare – davanti alle coste della Libia. Non mancano i “38 minori di cui 33 non accompagnati”, come spiegato dal sindaco di Carrara, Serena Arrighi.

Assegnare porti è il modo di contrastare le navi?

La conclusione è questa, ormai da settimane. Come intende il governo fronteggiare le Ong? Assegnandogli porti e, sostanzialmente, dicendo loro di “sbrigarsi”? Questa strategia, di cui abbiamo già sottolineato la debolezza, non sembra davvero avere alcun futuro. Il presunto “scoraggiamento” assegnando approdi più lontani, non avviene, così come non avviene con l’obbligo di fermarsi al primo “carico” senza effettuarne altri, imposizione che ieri la Geo Barents ha bellamente ignorato. Non se ne esce. Qualsiasi risultato potrebbe essere minimo, rispetto a quanto si osserva con tanta scioltezza. E per ora, naturalmente, non se ne sta scorgendo alcuno.

Alberto Celletti

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