Si è conclusa a Bruxelles la riunione del partenariato tra Nato e Ue che ha visto l’adozione della terza dichiarazione congiunta. Dalla condanna della Russia di Putin, al tenere la guardia alta con il Dragone, fino a rafforzare la collaborazione bilaterale a 360 gradi sono stati i punti all’ordine del giorno

Richiesta alla Russia di ritirare le proprie truppe, affrontare la sfida geopolitica rappresentata dalla sempre maggior assertività della Cina e rafforzare la sinergia tra Unione europea e Alleanza Atlantica. Sono i punti principali emersi dalla terza dichiarazione congiunta di cooperazione Nato-Ue, firmata oggi a Bruxelles dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Tale documento, che segue la dichiarazione di Varsavia del 2016 e quella di Bruxelles del 2018, in realtà avrebbe dovuto essere firmata in occasione del vertice Nato di Madrid di fine giugno, ma le tensioni esacerbatesi tra Cipro e la Turchia sembrano averne rallentato la finalizzazione.

Complementarietà e interoperabilità

Secondo il documento di fronte a una “crescente competizione strategica” e a un contesto geopolitico che vede “attori autoritari sfidare i nostri interessi, i nostri valori e i nostri principi democratici utilizzando molteplici mezzi”, e “i persistenti conflitti, la fragilità e l’instabilità nel nostro vicinato europeo che minano la nostra sicurezza e forniscono terreno fertile ai concorrenti strategici, così come ai gruppi terroristici”, il “nostro partenariato strategico, si rafforza reciprocamente, e contribuisce a rafforzare la sicurezza in Europa e oltre”, spiega la dichiarazione congiunta. Come è stato sottolineato anche dalla Bussola strategica prima e dal Concetto strategico dalla Nato dopo, stiamo vivendo un momento-chiave per la sicurezza e stabilità euro-atlantica che “dimostra più che mai l’importanza del legame transatlantico e richiede una più stretta cooperazione Ue-Nato”. Tacendo così chi vede incompatibilità e sovrapposizione tra l’esistenza delle due architetture di Difesa, quella comune europea e quella atlantica, dal momento che secondo la dichiarazione è riconosciuto “il valore di una difesa europea più forte e più capace, che contribuisca positivamente alla sicurezza globale e transatlantica e sia complementare e interoperabile con la Nato”. Nonostante i risultati ottenuti, anche nel “contrasto alle minacce ibride e informatiche” e nella cooperazione operativa, le sfide alla sicurezza con cui ci si deve confrontare “si stanno evolvendo in termini di portata e grandezza”, e si rende quindi necessario portare il “partenariato al livello successivo”. Rafforzando la cooperazione in diversi ambiti, tra cui anche spazio e protezione delle infrastrutture critiche. “Rendere l’Europa più forte rende la Nato più forte, perché alleati forti creano alleanze forti”, ha sottolineato infine Michel, “noi europei vogliamo assumerci maggiori responsabilità per la nostra difesa, e questo significa anche rafforzare il pilastro europeo all’interno della Nato”.

La questione ucraina

In riferimento alla guerra mossa dalla Russia di Putin ai danni dell’Ucraina, considerata dalla dichiarazione “la più grave minaccia alla sicurezza euro-atlantica degli ultimi decenni”, la condanna è ferma. In questo momento è bene non “sottovalutare la Russia”, secondo quanto ha detto Stoltenberg nel corso della conferenza stampa che ha seguito la firma del documento, perché “i russi stanno mobilitando più truppe, stanno lavorando duramente per acquisire più equipaggiamento, più munizioni, e hanno mostrato la volontà di continuare la guerra”. Per questo ora il paradigma è cambiato, e per il segretario generale della Nato “dobbiamo essere preparati per il lungo periodo”, che prevede ovviamente di continuare a fornire sostegno all’Ucraina.

Il percorso di Finlandia e Svezia nella Nato

Durante la conferenza stampa si è parlato anche dei passi avanti fatti per l’adesione di Finlandia e Svezia nella Nato, e Stoltenberg si è detto “fiducioso che sarà finalizzata” e che “tutti gli alleati della Nato ratificheranno i protocolli di adesione nei loro parlamenti. E questo vale anche per la Turchia”. A mancare all’appello sono infatti le ratifiche di Ungheria e Turchia, la quale aveva accusato i due Paesi scandinavi di accogliere i militanti curdi e di promuovere il “terrorismo”, chiedendo passi significativi e l’estradizione di diversi oppositori al regime e subordinando a questo la sua ratifica. Ad oggi “la Finlandia e la Svezia hanno deciso di revocare le restrizioni sulle esportazioni di armi” verso la Turchia, “hanno anche concordato di lavorare più da vicino nella lotta al terrorismo”, e “hanno istituito un meccanismo permanente in cui scambiano maggiori informazioni di Intelligence e stanno lavorando più a stretto contatto su come affrontare le minacce terroristiche”, ha illustrato Stoltenberg fiducioso che la molta strada fatta finisca con la ratifica da parte di tutti gli alleati.