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Massima pressione sulla Russia. Cosa c'è dietro le accuse di crimini di guerra a Putin

Vladimir Putin è stato accusato di crimini di guerra dal tribunale internazionale dell’Aja. La motivazione? Aver deportato migliaia di bambini ucraini in Russia. Fornire delle cifre precise di questo fenomeno è però impossibile. I numeri, infatti, come spesso accade in questo conflitto, sono assolutamente vaghi: si va da circa 16mila minori coinvolti fino agli oltre 200mila suggeriti, con chiaro intento propagandistico, da Volodomyr Zelensky. Eppure avere dei numeri precisi di questo fenomeno ci aiuterebbe a capire meglio quali siano le intenzioni dei russi e, soprattutto, se dietro a queste azioni ci sia un vero progetto di russificazione dei giovani ucraini oppure no. Anche perché bisogna tenere conto che i due popoli, quello ucraino e quello russo, hanno profondi legami e spesso si trovano parenti sia in un Paese sia nell’altro. Quel che è certo è che casi di deportazione forzata sono stati segnalati da Amnesty International e rappresentano un fatto incontestabile. La domanda da porsi ora è però la seguente: perché il mandato di arresto nei confronti di Putin è arrivato solo ora?

Una risposta può arrivare dalle cronache delle ultime ore, in cui si è registrato un innalzamento palpabile della pressione contro la Russia. Ieri, Politico pubblicava un interessante articolo in cui si spiegava che gli Stati Uniti stanno preparando e addestrando i militari ucraini “in vista di una grande offensiva contro la Russia prevista per la tarda primavera”. Questo per un semplice motivo, come ha spiegato il segretario della Difesa Lloyd Austin, “l’Ucraina non ha tempo da perdere”, in quanto armi e munizioni cominciano a scarseggiare a Kiev. E queste mancanze vanno a pesare, come riportato dal Washington Post, sull’umore delle truppe ucraine, che è ai minimi storici.

Ma non solo. Scrive il giornale americano: “L’incapacità dell’Ucraina di eseguire una controffensiva tanto pubblicizzata alimenterebbe nuove critiche secondo cui gli Stati Uniti e gli alleati europei hanno aspettato troppo a lungo, fino a quando la forza ucraina non si era ormai deteriorata, prima di rendere più efficaci i programmi di addestramento delle truppe ucraine e fornire veicoli corazzati da combattimento, inclusi i carri armati Bradley e Leopard”. L’ormai imminente perdita di Bakhmut sta scoraggiando gli ucraini. Si dice che Kiev stia addestrando e salvaguardando nuove reclute in vista di una prossima offensiva. Ma lo scoramento, anche tra gli ufficiali e i politici ucraini, è palese, come riporta il Washington Post: “Un alto funzionario del governo, che ha parlato a condizione di anonimato per essere sincero, ha definito il numero di carri armati promesso dall’Occidente un fatto ‘simbolico’. Altri hanno espresso in privato il pessimismo sui rifornimenti”.

Non c’è più dunque tempo da perdere. L’opinione pubblica ha bisogno di essere ricompattata, anche in vista di nuove armi e nuovi investimenti per aiutare Kiev. Ed è per questo che la pressione contro la Russia sta aumentando. Sia militarmente sia diplomaticamente.

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