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Le diverse anime del Parlamento moldavo

Partito di azione e solidarietà

Oazu Nantoi, 75 anni, è uno dei principali esponenti del Partito di azione e solidarietà (Pas), il gruppo filo-occidentale che dal 2021 governa la Moldavia. Nonostante una netta maggioranza (63 deputati su 101), in nemmeno due anni, però, sono arrivati cinque rimpasti e l’avvicendamento tra Natalia Gavrilita e Dorin Recean nel ruolo di premier. “Il nostro partito è cresciuto durante le proteste contro la corruzione e Vlad Plahotniuc (l’ex presidente e oligarca fuggito all’estero per guai giudiziari, ndr)”, afferma Nantoi. “Dopo le elezioni del 2021 siamo saliti al potere e abbiamo dovuto imparare a convivere con questo nuovo ruolo. In questi due anni poi, tutte le possibili crisi sono arrivate in Moldavia: il Covid, la crisi energetica, lo shock provocato dalla guerra in Ucraina e infine i rifugiati”.

Martedì 28 febbraio, al termine di una giornata di proteste al centro di Chișinău, sono circolate le immagini di alcuni manifestanti intenti ad assaltare il Parlamento e il palazzo governativo. Molti media hanno parlato di tentato golpe filo-russo. La stessa presidente Maia Sandu nelle settimane precedenti aveva dichiarato di aver ricevuto dall’Ucraina informazioni circa un possibile tentativo di Mosca di sovvertire il governo del proprio paese. “La Moldavia è in una guerra ibrida iniziata dalla Russia”, dichiara senza mezzi termini Nantoi, che se la prende soprattutto con il partito Șor, fondato dall’omonimo oligarca Ilan, condannato a sette anni e mezzo per reati finanziari e riparato all’estero. “Vive in Israele, abbiamo ragioni sufficienti per ritenere che usi soldi sporchi, finanziati anche dalla federazione russa. Per noi è difficile tagliare questi finanziamenti illegali dalla Russia o da strutture mafiose verso il partito di Ilan Șor”.

Uno dei temi al centro delle manifestazioni è senz’altro quello economico, con la crisi delle bollette che in Moldavia ha infierito su un tessuto sociale particolarmente fragile. “Nel nostro paese abbiamo circa 700mila pensionati e cerchiamo di assisterli”, prosegue Nantoi. “Quest’inverno abbiamo realizzato un programma senza precedenti di supporto sociale, grazie anche all’assistenza europea, degli Stati Uniti e del Giappone. Poi ci sono questi pseudopolitici che usano soldi sporchi per provocare il caos, dimostrare che non siamo in grado di tenere la situazione sotto controllo e forzarci ad accettare elezioni anticipate”. Secondo Nantoi, questo “è lo scenario che vuole la federazione russa, che ha bisogno di instabilità politica e caos dietro l’Ucraina. La Russia ha dimostrato ripetutamente di avere un’attitudine imperiale verso i paesi dell’ex area sovietica e non accetta la prospettiva europea per il nostro paese o quelli baltici”.

La domanda però è quali siano in concreto le chance di un golpe in Moldavia. “È una possibilità trascurabile: riceviamo un sostegno enorme dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, abbiamo una partnership con l’Ucraina, il nostro ministro della Difesa partecipa al meeting di Ramstein, i nostri servizi di intelligence sono in contatto con quelli ucraini e forse non solo. La Russia non è così sofisticata, ricordo la Transnistria nel 1992, l’Ossezia, la Georgia nel 2008. Penso e spero che il regime putiniano sarà fermato in Ucraina e in questo modo si difenderà anche la repubblica di Moldavia”.

14 marzo 2023, Chișinău, Moldavia. Il primo ministro della Moldavia Dorin Recean parla in una conferenza stampa con il rappresentante del Fondo Monetario Internazionale in Moldavia. Foto: Epa/Dumitru Doru.

Partito Șor

“Non siamo filo russi, né filo europei, filo rumeni, o filo americani”, mette subito in chiaro Marina Tauber, vicepresidente di Șor, partito che conta 6 deputati su 101. “Siamo pro-Moldova, un paese piccolo che pensiamo debba avere buone relazioni con tutti. Le dichiarazioni dei suoi colleghi della stampa servono solo a destabilizzare il paese, mostrare sotto una falsa luce noi e le proteste e ci riserviamo di andare in tribunale di fronte a frasi oltre il limite”. Per Tauber “l’unica persona che vuole mistificare le cose è Maia Sandu, con le sue dichiarazioni sulla guerra e sul potenziale ruolo della Moldavia in questo conflitto”.

Rimane però la domanda su come si faccia a non stare né con Mosca né con Bruxelles (o Washington). “Immaginiamo la Moldavia come uno Stato indipendente, sovrano e con una economia sviluppata con i nostri sforzi e le risorse che abbiamo. Come Israele o Svizzera, avendo un buon dialogo con Stati Uniti, Russia, Europa e Romania, ma senza dipendere politicamente o economicamente da altri paesi, perché questi cercherebbero ovviamente di coinvolgerci nei loro progetti politici”.

Rispetto alla condanna del suo leader di partito Ilan Șor, il giudizio è chiaro. “Sappiamo che ci sono altre persone che occupavano posizioni di potere all’epoca e che sono libere”. Tauber cita a tal proposito l’ex premier Vlad Filat (condannato nel 2016 a nove anni per aver ricevuto delle tangenti da Șor, è stato liberato nel 2019), Maia Sandu e il presidente del parlamento moldavo Igor Grosu. “Ilan Șor è stato condannato in primo grado e la corte d’appello è sotto la pressione del governo attuale ma, ciononostante, non riescono a capire le ragioni della decisione di primo grado. Continuiamo a lottare per le ragioni di Ilan Șor e siamo sicuri che dimostreremo la sua innocenza”.

28 febbraio 2023, Chișinău, Moldavia. La deputata del partito Șor Marina Tauber tiene un discorso durante le proteste contro il governo per non coinvolgere la Moldavia nella guerra in Ucraina. Foto: Epa/Dumitru Doru.

Il blocco socialista e comunista

Il panorama parlamentare in Moldavia è completato dal blocco elettorale dei comunisti e dei socialisti, che contano 32 deputati su 101. Abbiamo provato a contattare il deputato Bogdan Tirdea, con cui si è verificato un malinteso organizzativo, a seguito del quale ha ritirato la disponibilità all’intervista. “C’è più libertà di stampa in Cina e Russia”, ha sbottato al telefono il deputato Tirdea dopo l’inconveniente, dichiarando di aver “rilasciato varie interviste, anche di due ore, a giornali europei che però non sono mai state pubblicate e lo stesso accadrebbe con lei. Intervistate pure qualche amico di Soros”. Abbiamo provato a contattare altri deputati, anche tramite il partito, ma senza ricevere risposte positive.

6 marzo 2023, Chișinău, Moldavia. Sostenitori del blocco comunista e socialista protestano davanti alla Corte Costituzionale contro la decisione del governo di cambiare il nome della lingua ufficiale da moldavo a rumeno. Foto: Epa/Dumitru Doru.

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