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La “guerra segreta” nei cieli di Mosca e Kiev

Prima, il 18 gennaio, l’incidente che ha coinvolto l’elicottero dei Servizi di emergenza statali ucraini, un Super Puma EC-225 (Airbus Helicopters), nel quale hanno perso la vita 14 persone, tra cui il ministro dell’Interno Denys Monastyrsky e altri alti funzionari del governo di Kiev. Poi, venerdì 27 gennaio, il misterioso schianto all’aeroporto internazionale Vnukovo di Mosca di un secondo elicottero, questa volta russo, l’Mi-8 facente parte della cosiddetta Special Flight Detachment “Rossiya”, un team incaricato di trasportare importanti rappresentanti politici, tra cui Vladimir Putin, membri di agenzie speciali e truppe dell’esercito.

In entrambi i casi siamo di fronte a due misteriosi episodi: a un giallo irrisolto (la vicenda ucraina) o al buio più totale (l’episodio russo). Non sappiamo le cause esatte che hanno portato i due elicotteri a schiantarsi al suolo, uno con un epilogo drammatico, sopra un asilo, l’altro in una pista di uno scalo moscovita.

Sappiamo però, e questo è l’unico indizio degno di nota, che i mezzi coinvolti negli incidenti non erano velivoli normali. Detto altrimenti, erano elicotteri incaricati di trasportare – o addirittura trasportavano – personaggi strategici all’interno dei sistemi politici di Kiev e Mosca. È per questo che, in assenza di ricostruzioni ufficiali capaci di fare luce su ogni zona d’ombra, non sono da escludere possibili attentati. Legati, ovviamente, alla guerra in Ucraina.

Il giallo dell’elicottero di Putin

I media lo hanno soprannominato “l’elicottero di Putin“. L’Mi-8 precipitato nel cuore della capitale russa non era però di proprietà del capo del Cremlino. Faceva parte di una flotta speciale utilizzata per trasportare gli alti funzionari del governo russo, Vladimir Putin compreso. Tanto è bastato per attirare l’attenzione.

Che cosa è successo all’aeroporto Vnukovo di Mosca? Per i media russi l’elicottero sarebbe precipitato durante le fasi di atterraggio, colpendo il suolo con le sue pale e provocando diverse vittime. Gli addetti dell’aeroporto hanno invece raccontato che il velivolo avrebbe perso un’elica e subito danni alla sezione della coda, e che non ci sarebbero vittime o feriti.

Confusione ancora più fitta sulle cause dello schianto: un guasto all’elicottero, un errore del pilota o maltempo? In mezzo alle tre ipotesi più dibattute spicca la pista che porta al conflitto ucraino. E cioè ad un possibile blitz chirurgico nemico sulla scia dei numerosi episodi che, da mesi a questa parte, sono avvenuti sul territorio russo.

In tal caso, si tratterebbe di un chiaro messaggio diretto a Mosca, se non un tentativo di eliminare un alto funzionario russo. Se non, addirittura, Putin in persona. Non ci sono tuttavia prove in questo senso, ma è strano che un mezzo simile, così altamente “sensibile”, possa finire coinvolto in un incidente del genere.

✈️ In Moscow, the state helicopter Mi-8 of the special purpose aviation unit “Russia” allegedly crashed at Vnukovo airport. He is subordinate to the management of the affairs of the President of the Russian Federation. pic.twitter.com/MTGANBadYk

— Captain Black Sea (@CaptainBlackSe1) January 27, 2023

L’elicottero ucraino

Altrettanto misterioso è stato l’incidente avvenuto a Kiev che ha causato la morte di Denis Monastyrsky, il ministro dell’Interno ucraino, il primo viceministro Yevgeny Yenin e il segretario di Stato del ministero, Yuriy Lubkovich.

Le autorità ucraine hanno avviato un’indagine penale, ordinata dal presidente Volodymyr Zelensky, per fare chiarezza sull’accaduto. “Ho incaricato il capo del Servizio di sicurezza dell’Ucraina, in collaborazione con tutti gli altri organismi autorizzati, di chiarire tutte le circostanze del disastro”, ha spiegato il Presidente ucraino.

Sul tavolo ci sono diverse teorie: dal solito errore del pilota ad un guasto, fino alla solita, ipotetica, pista di un attentato. “L’indagine è in corso. Sono al vaglio diverse teorie e non sono autorizzato a parlare delle diverse ipotesi finché le indagini non saranno completate”, spiegava Zelensky al Forum di Davos.

Unendo i punti, è difficile ricostruire il quadro esatto della situazione. Certo è che, tanto per l’”elicottero di Putin” quanto per quello ucraino, la guerra in Ucraina potrebbe non essere una variabile lontana e distante. Almeno a giudicare dalla serie di attacchi silenziosi fin qui sferrati nell’ambito di un conflitto silenzioso e parallelo ai combattimenti sul campo.  

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