interessi-(anche)-economici-e-risorse-minerarie-dietro-la-guerra-di-putin-–-michele-marsonet

Interessi (anche) economici e risorse minerarie dietro la guerra di Putin – Michele Marsonet

Nessuno o quasi ha preso sul serio le fantasiose ragioni addotte da Vladimir Putin per giustificare l’invasione dell’Ucraina. Parlo per esempio della presunta “denazificazione”, o dell’altrettanto presunto tradimento dello “spirito slavo” ad opera del governo di Kiev. Si tende piuttosto a tirare in ballo l’eterno imperialismo russo, fiorente tanto nell’epoca zarista quanto in quella sovietica.

Le risorse naturali

Pochi analisti si sono dedicati ad analizzare le motivazioni economiche del conflitto che sta sconvolgendo l’Europa e il mondo intero. Si dà il caso, infatti, che l’Ucraina sia un territorio ricchissimo di risorse naturali, energetiche e minerarie, che unitamente alla florida (prima dell’invasione) agricoltura lo rendono assai attraente dal punto di vista economico.

Era già così ai tempi della defunta Unione Sovietica, della quale l’Ucraina era non soltanto il granaio, ma anche il cuore industriale e minerario. Si provi ora a indovinare dove si concentra la maggioranza delle suddette risorse. Proprio nel Donbass, che non a caso costituisce il principale obiettivo della conquista russa.

Le risorse concentrate nel Donbass

Proviamo allora a dissipare le cortine fumogene innalzate dal Cremlino per giustificare l’invasione. Senza dubbio esistono pure motivazioni culturali, per quanto falsate da una lettura distorta della storia. Ma la ragione primaria è economica, e mi accingo ora a fornire qualche ragguaglio al riguardo.

La prova la troviamo sovrapponendo la mappa delle aree occupate dai russi, finora circa il 17 per cento del territorio dello Stato invaso, a quella delle risorse naturali del Paese. Nel Donbass molto ricco – tra l’altro – di carbone, sono collocate in gran numero fonderie, acciaierie e centrali elettriche. Nella regione di Dnieper-Donetsk si trovano invece grandi giacimenti di petrolio e di gas naturale, circa l’80 per cento dell’intero patrimonio ucraino, oltre al solito carbone.

Una ricchezza poco sfruttata

L’Ucraina è insomma una superpotenza mineraria che, in alcuni settori, supera la stessa Russia. E si noti che sinora non ha sfruttato appieno le sue risorse.

Un think tank canadese ha calcolato che, già ora, l’Ucraina è al quarto posto nel mondo per produzione annua di risorse naturali con 15 miliardi di dollari sempre su base annua. Basterebbe poco, però, per potenziare l’estrazione arrivando alla stratosferica cifra di 7,5 trilioni di dollari l’anno.

Si comprende quindi perché gli ucraini tengano tanto alla loro indipendenza. In passato i proventi di queste immense ricchezze andavano ad arricchire le casse degli zar prima, e quelle sovietiche in seguito. Ben poco restava in loco. L’indipendenza è quindi necessaria affinché i suddetti proventi vadano a beneficio dei cittadini ucraini, pur sapendo che nel Paese esiste una corruzione endemica e diffusa.

Le terre rare

Assai vasta la gamma dei minerali di cui la nazione invasa dispone. Si tratta di manganese, cromo, nichel e ferro, e quest’ultimo consente inoltre la produzione di grandi quantità di acciaio.

E non basta. In effetti l’Ucraina (in particolare il Donbass) è il territorio europeo più ricco di cosiddette “terre rare” come lantanio, cerio, ittrio, neodimio, tutte indispensabili per le memorie dei pc, le batterie ricaricabili per automobili elettriche, e gli smartphone.

Indispensabili anche per la transizione green che, a dispetto dell’entusiasmo suscitato, è in realtà molto più costosa di quanto comunemente si creda. Russi e cinesi lo sanno, mentre l’ineffabile Unione europea non sembra essersene accorta.

Il gas

Se a tutto questo aggiungiamo che l’Ucraina è al secondo posto in Europa per depositi di gas naturale, con circa 1,2 trilioni di metri cubi, il quadro è abbastanza completo. Senza però scordare il titanio, elemento chimico leggero e resistente utilizzato soprattutto dall’industria militare, e del quale Kiev ha giacimenti tra i più vasti al mondo.

È quindi giunto il momento di smetterla con la retorica dei nazionalismi, e di comprendere che questo conflitto ha in primo luogo motivazioni economiche. Chi controlla l’Ucraina controlla anche risorse energetiche e minerarie tra le più vaste del nostro pianeta.

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *