Roma, 9 feb — Occorre essere sinceri, la vita di Fedez è invidiabile: il ragazzo vive nella metafora di un enorme, scintillante castello gonfiabile misura adulti (sì, sì, lui è un onesto lavoratore nel mondo dello spettacolo, fa business, lavora più di un operaio della ditta spurghi, la nostra è solo invidia sociale). Da quando si è sposato con la Ferragni, poi, non ha più nemmeno bisogno di fingere che quello del rapper sia un mestiere. Può farlo per diletto, semel in anno, in diretta Rai di fronte a dieci milioni e credere, stavolta sì, che le sue sparate contro il governo Meloni «non concordate prima» con gli autori del festival di Sanremo abbiano effettiva rilevanza.

Il freestyle sanremese di Fedez è un inno alla noia 

Tra una battuta contro il viceministro alle infrastrutture Galeazzo Bignami per la foto goliardica travestito da nazista, e una sulle dichiarazioni della Rocella che ha definito l’aborto «purtroppo» un diritto, il freestyle sanremese del Ferragnez meno influente della coppia ci ha tenuti con il fiato sospeso per un minuto e mezzo. Non perché temevamo la dirompenza oceanica delle «barre» di Fedez ma perché, per un minuto e mezzo abbiamo letteralmente sperato che accadesse qualcosa.

Insensibili

Oltre a darsi del cogli*ne e del nano da solo, ricordare il suo secondo posto nell’edizione del 2001 della kermesse canora (grazie alla chiamata ai voti della consorte, che esortò 28 milioni di follower a televotare per lui), non c’è una virgola di Fedez che infastidisca. «Il freestyle non era concordato in precedenza, mi assumo tutte le responsabilità», sostiene l’ossigenato, come se avesse appena desecretato la verità sulla strage di Ustica.

Per strappare al pubblico una parvenza di emozione deve parlare del proprio cancro e di quello di Vialli, buonanima, che chissà se è d’accordo, ovunque lui sia ora. Non c’è scoop, non c’è provocazione, ci ha talmente martellato le gonadi con la sua presenza, quotidiana, martellante, pervasiva, la sua devastante ignoranza radiofonica, i rutti degli incolpevoli figli, le slinguate con la moglie, che nulla ci colpisce più di lui, nulla lo rende più rilevante. Fai pure, Fedez, parla dei ministri, mostraci l’ennesima cicatrice operatoria, piangi, strappati i capelli. I capezzoli disegnati di tua moglie si sono già dissolti nelle nebbie dei ricordi degli italiani, sono durati lo spazio di un respiro. Tu non hai nemmeno quelli da mostrare.

Cristina Gauri

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