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Intelligence e satelliti: il ruolo dell'Italia nella guerra in Ucraina

Del sostegno militare dell’Italia all’Ucraina da un anno sotto attacco russo si è detto e scritto molto spesso, anche su queste colonne, parlando delle ripetute spedizioni di armi e del prossimo invio, congiunto con la Francia, del sistema antiaereo Samp-T. Ma il contributo italiano forse più decisivo e discreto alla resistenza di Kiev è la combinazione tra supporto di intelligence e rilevazioni satellitari che stanno dando un sostegno graduale e continuo alle capacità belliche di Kiev.

Il “bunker” alle porte di Roma dove si conduce la guerra-ombra

A fine novembre il Corriere della Sera, parlando della continuità tra Mario Draghi e Giorgia Meloni nel convinto sostegno all’Ucraina e nel contrasto alla Russia, aveva attraverso la firma di Francesco Verderami riportato l’opinione di alti ufficiali della Nato sul sostegno italiano a Kiev.

“La parte più rilevante dell’aiuto di Roma a Kiev avviene attraverso l’attività di intelligence ed è destinata a rafforzarsi con ulteriori e più massicce forme di addestramento dei militari ucraini sul territorio nazionale italiano”, scriveva allora Verderami.

La centrale operativa sarebbe stata, in tal senso, situata in un “bunker nella campagna romana” da cui si progetta l’assistenza di intelligence operativa alle forze armate di Kiev. L’idea di una struttura singola può apparire fuorviante, ma con ogni probabilità si tratta di una struttura polifunzionale con centri di addestramento e sezioni operative gestite dal ministero della Difesa, dall’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise) o congiuntamente. Ma l’opzione più accreditata è che si tratti del Centro Intelligence Interforze (Cii), la struttura di intelligence del II Reparto informazioni e sicurezza dello stato maggiore della Difesa. Esso ha sede nella periferia Nord di Roma, in località Castel Malnome, ed è un punto di raccordo tra apparati securitari, Difesa e intelligence. Nella campagna romana, tra le eleganti villette di località La Storta e l’inizio dell’area residenziale del Municipio XV, il Cii appare l’organismo di raccordo operativo più identificabile con la struttura descritta da Verderami.

Il Cii opera nel quadro del Reparto Informazioni e Sicurezza della Difesa, che rimane fuori dal perimetro del comparto intelligence ed è a esso complementare. Il coinvolgimento di strutture apicali è stato a fine gennaio confermato da Giorgio Mulè, esponente di Forza Italia, vicepresidente della Camera ed ex sottosegretario alla Difesa durante il governo Draghi, durante una puntata del programma Omnibus su La7.

Intelligence e coordinamento“, per Mulé, la chiave del sostegno di Roma. Facenti rima, in questo caso, con sostegno spaziale. Nella guerra-ombra italiana, infatti, il “nocciolo duro” è rappresentato dal controllo di un sofisticato sistema satellitare, gestito in sinergia con il Comando Operazioni Spaziali (Cos) entrato in operatività nel 2020. L’arma segreta? Si chiama Cosmo SkyMed.



Cosmo SkyMed alla guerra d’Ucraina

L’ex capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, parlando proprio con il quotidiano di Via Solferino, ha citato il sistema satellitare prodotto da Leonardo in collaborazione con Thales e Telespazio come di un apparato strategico potenzialmente in grado di garantire sostegno a Kiev. Tracciando una linea, si può chiaramente sottolineare che Cosmo-SkyMed è il sistema attivo 24 ore al giorno con cui l’Italia offre sostegno d’intelligence e informativo a Kiev, ampliando una prospettiva di appoggio inaugurata dagli Usa con strutture come Maxar Technologies e la National Geospatial Intelligence Agency e perfezionato dal Regno Unito. Capace di offrire sostegno all’Ucraina durante operazioni come l’affondamento dell’incrociatore Moskva e la guerra-lampo di settembre.

L’analista Chiara Rossi su StartMag ha spiegato i dettagli del ruolo che Cosmo-SkyMed, gestito dalla Difesa e dall’Agenzia Spaziale Italiana, può aver avuto al fianco dell’Ucraina: “I suoi satelliti”, quattro della prima generazione operativa dal 2010 e altrettanti della seconda entrata in azione nel 2021, “sono occhi in grado di scrutare la Terra dallo spazio metro per metro, di giorno e di notte, con ogni condizione meteo. Contribuiscono a prevedere frane e alluvioni, a coordinare i soccorsi in caso di terremoti o incendi, a controllare dall’alto le aree di crisi. Il sistema si basa su una costellazione di satelliti dotati di radar ad apertura sintetica (SAR) che lavorano in banda X (in grado, quindi, di vedere attraverso le nuvole e in assenza di luce solare)” e che possono mandare informazioni giorno e notte.

Un classico esempio di sistema duale prezioso per l’Ucraina in questa fase in cui il controllo dello spazio sta diventando una proiezione importante della guerra difensiva contro l’aggressione russa. E il cui impegno mostra a tutto campo l’importanza dell’impegno italiano nella Nato e nel sostegno a Kiev. Misurabile non solo con le spedizioni di armi, ma anche col contributo discreto degli occhi e delle orecchie della strategia odierna, le armi spaziali e le agenzie d’intelligence.

La guerra ombra unisce il governo Draghi a quello Meloni e gli inquilini della Difesa, Lorenzo Guerini, passato all’opposizione a guidare il Copasir, e Guido Crosetto, in una continuità strategica atlantica attorno cui si plasma l’asse con Usa, Regno Unito e altri centri decisionali della Nato. Schierando Roma in prima fila nel contenimento della Russia.

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