Roma, 27 gen – Il leader del M5S, Giuseppe Conte, e quello dei Verdi, Angelo Bonelli, litigano per accaparrarsi i voti degli ambientalisti. Un surreale botta e risposta tra accuse di simpatie per la destra e di greenwashing politico. Il casus belli la volontà dei Cinque Stelle di cambiare l’ennesimo gruppo al Parlamento europeo e aderire ai Verdi Europei.

Bonelli (Verdi): «C’è una questione di affidabilità»

Bonelli, co-portavoce dei Verdi Italiani insieme a Eleonora Evi, quest’ultima peraltro ex-M5S, vuole bloccare la richiesta dei Cinque Stelle di entrare a far parte del gruppo al Parlamento europeo dei Verdi Europei. L’accusa è quella di essere dei trasformisti della politica: «Il M5S in questi quattro anni ha cambiato posizione politica, passando dal Governo con la destra estrema di Salvini, poi il Pd e poi con Draghi, quindi c’è una questione di affidabilità». Successivamente rimprovera Conte per le sue simpatie in politica estera e per aver fatto poco o nulla sul clima: «Poi c’è un tema valoriale, sono stati approvati durante il Governo Conte provvedimenti come il condono edilizio, fanghi tossici sparsi sui suoli agricoli. Poi c’è il tema della politica estera, Conte ha detto più volte di levare le sanzioni alla Russia sulla Crimea, è stato vicino a Trump e Bolsonaro». Insomma, una vera e propria porta in faccia con tanto di dossier presentato da Bonelli contro la candidatura dei Cinque Stelle.

La replica di Conte

La risposta del leader del M5S non si è fatta attendere. Conte ha attaccato la presa di posizione di del portavoce dei Verdi come la volontà di conservare il proprio orticello politico: «Non ho capito se Bonelli ha più a cuore le sfide ambientali o la difesa dell’interesse di partito. Sono tantissimi anni che fa politica, il consenso che raccoglie è modesto». E aggiunge: «Lo spazio politico per la tutela dell’ambiente è immenso e pensare di poter rivendicare un monopolio mi sembra fuori luogo. Tutta questa agitazione con accuse anche false non la capisco». In altre parole, i voti degli ambientalisti fanno gola ai Cinque Stelle in cerca di una identità politica e di accreditarsi come alternativa a sinistra del Partito Democratico.

Michele Iozzino

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