Roma, 13 mar – Paola Egonu torna in Italia, il quale evidentemente non è più un Paese razzista come la stessa pallavolista l’aveva definito più volte in passato. O comunque ci si può pure passare sopra, visto l’ormai praticamente certo trasferimento al Vero Volley Milano per il modico stipendio di un milione di euro all’anno.

Egonu, ora l’Italia ha smesso di essere razzista?

Manca solo la firma, ma sembra davvero tutto definito. La domanda provocatoria sullo stivale divenuto – immaginiamo – un luogo di pace per la pallavolista in questione si incrocia con le prevedibili obiezioni. “È lavoro”, si dirà a ragion veduta, dunque cosa ci dovrebbe entrare il razzismo del Paese, denunciato ad ogni pié sospinto ai primi sguardi e nei confronti di dichiarazioni non ritenute “congrue” dall’ineffabile inquisitrice? No, non funziona così. Essere un personaggio pubblico comporta delle responsabilità e degli obblighi: tra questi c’è quello di rivolgersi alla comunità che l’ha accolta e che ha permesso una carriera nella pallavolo che molte coetanee della cara Egonu possono solo sognare, con rispetto e gratitudine. Anche perché, se poi arrivano le “offerte giuste” per dimenticarselo, quel presunto razzismo, la figuraccia è matematica.

Lager Italia

Stando alle parole passate della Egonu, l’Italia non sarebbe solo un Paese razzista ma un vero e proprio lager dal quale sarebbe stato meglio scappare il prima possibile. Retorica ipocrita che contrasta un attimino con lo stile di vita della Egonu stessa, che sui web certamente non ha nascosto una esistenza che – quanto meno dal punto di vista sociale ed economico – trasuda spensieratezza. Il tutto mentre la signorina si indignava per gli sguardi sbagliati o le parole sbagliate, insultando un’intera Nazione a cui dovrebbe solo dire grazie e verso la quale ha avuto pure il coraggio di mostrarsi opportunisticamente benevola, come avvenuto in occasione della partecipazione a Sanremo dello scorso febbraio: lì la cara Paola si è rimangiata – o meglio ha fatto finta di non averle mai pronunciate – le offese verso questo Paese. Siamo curiosi di vedere con quale faccia tosta tornerà nello stivale, adesso che le paghe sono congrue per non farglielo disprezzare tanto. Anche se, a ben vedere, in molti hanno anche riassunto la questione in maniera appropriata in questi giorni: “In fondo l’amore per i soldi non preclude l’odio per gli italiani”. Ed effettivamente è difficile dare loro torto.

Stelio Fergola

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