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Dall'Italia missili Spada e Skyguard all'Ucraina. Ma niente caccia

All’indomani dell’incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il capo del governo italiano Giorgia Meloni è possibile chiarire alcuni aspetti legati al sostegno militare alleato e italiano a Kiev.

La presidente del Consiglio ha infatti riferito che “l’Italia darà ogni possibile assistenza perché si creino le condizioni di un negoziato, ma fino ad allora darà ogni genere di supporto militare, finanziario, civile” specificando che durante i colloqui con Zelensky è emerso che “ci siamo concentrati su sistemi di difesa antiaerea, Samp-T, Spada, Skyguard” perché “la priorità è difendere infrastrutture e cittadini”.

Il nostro Paese, quindi, sta valutando di inviare ulteriori sistemi missilistici da difesa aerea dopo la batteria di Samp-T che dovrebbe arrivare in Ucraina a breve, in seguito a un accordo con la Francia. Parigi, infatti, oltre a essere partner di Roma nella produzione di questo sistema da difesa aerea, li utilizza al pari del nostro Paese per proteggere il proprio spazio aereo. Inoltre, l’unica batteria di Samp-T che arriverà in Ucraina sarà composta da elementi “misti” ceduti da Francia e Italia.

Cosa sono i sistemi Spada e Skyguard

Lo Spada, o per meglio dire lo Spada 2000, è un sistema missilistico ognitempo da difesa aerea a bassa e media quota sviluppato da Mbda che utilizza i missili Aspide 2000, che hanno una portata di circa 25 chilometri e possono intercettare bersagli in arrivo come aerei, droni, o missili da crociera. Il sistema Spada 2000 dispone di un radar con una portata di 60 chilometri ed è in grado di tracciare fino a 100 bersagli contemporaneamente. Inoltre, il radar è resistente alle contromisure elettroniche (Ecm). Una batteria di Spada 2000 consiste in un’unità di rilevamento e due o quattro sezioni di tiro.

Ogni sezione a sua volta è dotata di due lanciamissili che hanno sei missili Aspide 2000. Il vettore ha un alto “kill ratio” (probabilità di abbattimento) anche contro obiettivi molto agili. Il sistema può ingaggiare fino a quattro bersagli contemporaneamente e può coordinarsi con altre difese terra-aria come sistemi a cortissimo raggio (V-Shorads ovvero Very Short Range Air Defence Systems ) e con fino a dieci pezzi di artiglieria antiaerea posizionati entro un raggio di 10 chilometri dall’unità di rilevamento. Il sistema può essere facilmente trasportato su camion, treno o sul velivolo da trasporto C-130. Lo Spada è in servizio in Italia, Spagna, Thailandia e Pakistan, mentre il missile Aspide è molto più diffuso e va ad equipaggiare anche il sistema Skyguard.

Quest’ultimo viene prodotto per il nostro Paese da Mbda Italia e Rheinmetall combinando un sistema di controllo del fuoco, utilizzato per controllare i cannoni antiaerei trainati Oerlikon Contraves binati da 35 millimetri e il missile Aspide, oppure anche solo l’unità di lancio missili. Oltre all’Aspide, lo Skyguard può utilizzare il vettore Raytheon Aim-7 “Sparrow” nelle versioni E, F ed M. Le unità di fuoco Skyguard e Skyguard III, collegabili in rete, implementano il concetto di difesa aerea a più livelli utilizzando i cannoni per la difesa aerea a distanza ravvicinata e due unità lanciamissili. Il sistema è composto da un’unità radar di tiro e di ricerca, fino a tre lanciamissili a quattro celle e due cannoni binati. Lo Skyguard viene impiegato da oltre 40 paesi in tutto il mondo venendo particolarmente apprezzato per la sua elevata mobilità e velocità di prontezza all’uso: infatti i sistemi radar e i cannoni possono essere distribuiti e reimpiegati su piattaforme mobili in breve tempo.

Lo Skyguard può essere utilizzato anche contro bersagli aerei non pilotati come droni, missili da crociera, dispenser, missili guidati e bombe guidate. Il cannone binato è controllato da un’unità di controllo del fuoco e può anche essere azionato da un mitragliere in modo autonomo. Anche lo Skyguard come lo Spada è un sistema di difesa aerea ognitempo, ma è pensato per colpire velivoli a bassa e bassissima quota fino a 3mila metri. La massima distanza effettiva è di 4 mila metri, quindi si configura come un sistema per la difesa di punto, mentre il radar ha una portata massima di 20 chilometri. Uno dei primi impieghi bellici del sistema radar dello Skyguard fu durante il breve conflitto delle Falkland, nel 1982, da parte dell’Argentina.

Sino al 2019, in Italia lo Skyguard era in dotazione al 17esimo e al 121esimo reggimento di artiglieria contraerea dell’Esercito Italiano. Lo Spada dell’Aeronautica Militare Italiana invece è leggermente diverso e si avvale di un centro di avvistamento su due shelter, uno dei quali ospita il radar Pluto, e di tre sezioni di fuoco ognuna con lanciatore a sei celle completo del radar di inseguimento e illuminazione Falco. Nel 2001 l’Aeronautica ha aggiornato i propri sistemi e si è dotata di veicoli Agc170 che consentono il trasporto dello Spada su velivoli C-130J. Oltre che nelle diverse basi, lo Spada è in dotazione al Gruppo Missili del Terzo Stormo Supporto Operativo di Verona Villafranca, che ha il compito di garantire la difesa delle basi di rischieramento dell’Am in zona operativa.

Questi sistemi, comunque, sono in fase di sostituzione coi più moderni Samp-T (che hanno già rimpiazzato gli Hawk), per i quali l’Italia ha stabilito, come da Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa, l’aggiornamento allo standard Samp-T Ng delle batterie esistenti dell’Esercito e l’acquisizione di cinque nuove batterie della versione Ng per l’Aeronautica Militare.

Il nodo dei caccia

Passando all’ormai annosa questione dei cacciabombardieri per l’Ucraina, la presidente Meloni ha confermato che “al momento non c’è sul tavolo l’invio di aerei”. Le voci diffuse da parte della stampa italiana al merito del possibile invio a Kiev di cinque cacciabombardieri italiani (tra Tornado e AMX), risultano infondate. L’opzione però non sembra affatto tramontata, e non è da escludere che l’Alleanza Atlantica potrebbe in futuro optare per questa possibilità. Ci sentiamo però di escludere che possano essere forniti caccia in forza all’Aeronautica Militare, in quanto esistono problematiche molto importanti legate alla necessità di stabilire un’unica linea in modo da semplificare l’addestramento di piloti e personale di terra ucraino.

Un cacciabombardiere è un sistema d’arma complesso, che richiede tempo per poter essere utilizzato da parte di un pilota – soprattutto se ha sempre volato su velivoli di fabbricazione sovietica/russa come quelli ucraini – che in condizioni normali impiega dai sei ai nove mesi per effettuare il passaggio da un velivolo a un altro. Inoltre inviare cacciabombardieri di fabbricazione occidentale a un Paese che non li ha mai utilizzati significa formare il personale di terra che si deve occupare della sua manutenzione e i quadri che devono imparare a programmare missioni adatte per sfruttare al meglio quel velivolo.

Se verrà presa questa decisione da parte della Nato, è molto plausibile che si opti per inviare i cacciabombardieri di fabbricazione statunitense F-16 in quanto si tratta di velivoli monoposto leggeri, multiruolo, e soprattutto disponibili in grandi quantità.

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