cosa-ha-attaccato-il-ponte-di-zatoka-vicino-odessa?

Cosa ha attaccato il ponte di Zatoka vicino Odessa?

Nella serata di venerdì il ponte di Zatoka, posto sull’estuario del fiume Dnestr a sud di Odessa, è stato attaccato da quello che a tutti gli effetti è sembrato un piccolo natante senza equipaggio, ovvero quello che in gergo militare si chiama Usv (Unmanned Surface Vehicle).

A quanto risulta il veicolo senza pilota ha colpito uno dei piloni del ponte, che era stato già bersagliato più volte da missili da crociera russi lo scorso aprile, ma non sappiamo ancora il livello dei danni riportati in quest’ultimo attacco, sebbene fonti russe riportino che ora il ponte sia “inservibile”.

Le immagini che ci sono giunte venerdì 10 febbraio non permettono di identificare esattamente che tipo di Usv sia stato usato dai russi, ma la sua sagoma appare molto bassa rispetto alla superficie dell’acqua, facendo pensare addirittura che possa trattarsi di un sistema semi-sommergibile.

Quello che è certo è che si è trattato del primo utilizzo in combattimento da parte dei russi di un Usv. Nel corso del conflitto in Ucraina abbiamo assistito ad altre azioni simili, questa volta condotte dagli ucraini: il 29 ottobre scorso sette droni di superficie “kamikaze” di Kiev avevano attaccato il porto di Sebastopoli congiuntamente a otto loitering munitions aeree, ottenendo il danneggiamento di due navi da guerra russe: la fregata della classe Grigorovich “Admiral Makarov” e il dragamine “Ivan Golubets”.

Quel piccolo vascello è stato usato anche in un secondo attacco, stavolta infruttuoso, al porto di Novorossiysk e soprattutto uno di essi si è “spiaggiato” nel porto della Crimea durante l’azione di fine ottobre, permettendo così ai russi di ottenere informazioni sullo strumento utilizzato, che, a quanto pare, usa la rete Starlink di SpaceX per la sua navigazione/comunicazione.

La cattura di questo drone di superficie potrebbe aver molto a che vedere con l’attacco di venerdì, che ha colpito l’unica arteria ferroviaria che collega Odessa con la parte meridionale dell’Ucraina, verso il confine rumeno: ora l’unica via di comunicazione rimasta è una strada che attraversa la Moldavia, quindi è difficile che possa essere utilizzata per l’invio di rifornimenti militari senza creare un incidente diplomatico con la Russia.

L’uso di sistemi di questo tipo richiede la presenza di una rete di comunicazione/navigazione diffusa, anche ammesso che siano dotati di Intelligenza Artificiale, per poter avere una qualche forma di controllo durante la rotta.

Per quanto riguarda il caso in esame, sarebbe bastata una nave “picchetto” in alto mare, oppure l’uso di uno Uav (Unmanned Air Vehicle) per ripetere il segnale, e sembra che l’azione russa si sia svolta in concomitanza con l’uscita in mare di naviglio di piccolo e medio tonnellaggio dal porto di Sebastopoli.

Anche senza l’aver messo le mani sull’Usv ucraino, però, la Russia molto facilmente potrebbe aver sviluppato un proprio sistema di superficie senza pilota “kamikaze”, così come accaduto anche per la U.S. Navy.

Nel 2019 siamo venuti a conoscenza dello sviluppo, nei cantieri navali russi di Sebastopoli, del Pioneer-M, un vascello senza equipaggio lungo 25,7 metri e largo 9 dal dislocamento di 114 tonnellate e capace di sviluppare una velocità di 10 nodi varato poi nel 2021.

Si tratta di un progetto di ricerca per testare la fattibilità di strumenti simili da utilizzare come cacciamine, attività di sorveglianza, ricognizione e così via.

Ma la Russia ha puntato molto anche sulla possibilità di usare Usv più piccoli da usare “a sciami” esattamente come avviene per Uav di piccole dimensioni e mini-Uav. Non è un segreto che usare sciami di droni, siano essi di superficie o aerei, abbia il pregio di poter saturare le difese avversarie e quindi fornisce una maggiore possibilità di colpire un bersaglio.

La sfida, così come avviene per i sistemi senza equipaggio sottomarini, è la navigazione e il sistema di comunicazione, per questo si ritiene che oltre all’uso di giroscopi per la navigazione inerziale tutti questi veicoli siano dotato di un buon livello di Ia in modo da poter effettuare la missione in modalità semi-automatica o addirittura completamente automatica.

La U.S. Navy ha in sviluppo, a partire dal 2019, tutta una serie di vascelli di superficie senza equipaggio che faranno parte di una “rete” governata da unità navali maggiori, come i cacciatorpediniere classe Zumwalt: uno di essi, forse il più famoso, è il trimarano “Sea Hunter” pensato per l’azione antisommergibili (ASW – Anti Submarine Warfare), il cui design è stato copiato dalla Cina per sviluppare un mezzo simile.

La marina russa starebbe sviluppando anche un motoscafo silurante senza equipaggio in grado di rilevare e distruggere sottomarini nemici in modalità autonoma. Secondo quanto riferiva la Tass a gennaio del 2022, la silurante sarà in grado di operare sia offline sia controllata da un piccolo equipaggio, oltre che in modalità da remoto da terra o da un’unità navale maggiore. Questo motoscafo dovrebbe essere lungo circa 14 metri e capace di raggiungere una velocità di oltre 35 nodi, e in gradi di operare per più di tre giorni senza rifornimento di carburante. L’armamento sarebbe costituito da due siluri da 533 millimetri.

È ragionevole pensare, tornando all’attacco al ponte di Zatoka, che la Russia possa aver usato un “kit” per la rapida trasformazione di un motoscafo già esistente in sistema senza pilota, sebbene le immagini, come detto, suggeriscano che si tratti di un natante del tutto nuovo per via del basso profilo, anche se le riprese notturne non permettono di avere una valutazione precisa della sagoma dell’Usv.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *