Roma, 10 feb – Il maresciallo Tito, durante il Giorno del Ricordo. E non per raccontare la vicenda storica, ma per esaltare il leader jugoslavo, contro le vittime della tragedia delle Foibe. Con il mezzo più semplice: una bandiera. Per offenderle direttamente, quelle vittime, peraltro, connazionali: ma per loro, i centri sociali, tanto per cambiare è normale. Come da disgustosa e tristissima tradizione.

Come riporta Libero, l’autore dell’infame gesto è Cpa, il centro sociale più grande di Firenze. Del resto, da anni, i “compagni” non fanno altro: esporre la bandiera di Tito durante il Giorno del Ricordo. Fregandosene dei numerosi connazionali che furono vittime della tragedia delle Foibe. Non solo, insultandone la memoria apertamente. Una bandiera, questa, che non viene esposta mai, se non il 10 febbraio. A sfregio diretto e totalmente impunito della tragedia giuliano-dalmata. Qualcuno, dalla maggioranza, almeno ha la dignità di parlare. Come il capogruppo della Regione Toscana di FdI, Francesco Torselli, che così commenta: “È un’autentica vergogna che in uno stabile di proprietà comunale dove da anni viene tollerata dalle istituzioni la presenza di questi figli di papà che giocano a fare i rivoluzionari, si inneggi agli assassini autori di un genocidio. E come sempre a Palazzo Vecchio nessuno muoverà un dito perché saranno pure imbecilli, ma hanno il diritto di voto”.

Intoccabili e impuniti

I compagni di Cpa occupano lo stabile di proprietà del Comune praticamente indisturbati. E nonostante nel corso degli anni qualche rumore lo abbiano fatto eccome. Tipo ospitare Barbara Balzarani, ex brigatista delle Br, nel 2018. Una terrorista che, riferendosi ad Aldo Moro, pronunciò le parole terribili indirizzate alla figlia dell’ex presidente del Consiglio: “Fare la vittima è diventato un mestiere”. La stessa sinistra fa fatica ad associarsi ufficialmente ai membri del centro sociale fiorentino, ma i fatti dimostrano quanto non ne impedisca l’attività quotidiana, annuale e, aggiungeremmo, pure vergognosa.

Alberto Celletti

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