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Assalto al Parlamento in Brasile, migliaia di sostenitori di Bolsonaro invadono gli edifici governativi – Il Riformista

Scontri con la polizia nella capitale

Redazione — 8 Gennaio 2023

Assalto al Parlamento in Brasile, migliaia di sostenitori di Bolsonaro invadono gli edifici governativi

La tensione a Brasilia è salita alle stelle. Il presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva, che ha vinto le elezioni anche al ballottaggio, si è insediato da appena una settimana. Ma i sostenitori dello sfidante, Jair Bolsonaro, ex presidente di estrema destra del Brasile, rifiutano di accettare l’elezione di Lula e così in migliaia si sono riversati fuori dal Congresso di Brasilia, sono riusciti a sfondare i cordoni di sicurezza e alcune decine di loro sono riusciti a salire sulla rampa del moderno edificio architettonico per occuparne il tetto. Così sono iniziati gli scontri con la polizia che ha usato dei candelotti di gas lacrimogeni per cercare di respingere i sostenitori di Bolsonaro. I contestatori sono riusciti ad entrare nella sede del Congresso e in altri edifici governativi. Lo avevano annunciato e alla fine lo hanno fatto.

I manifestanti hanno assaltato la sede del Parlamento, riuscendo a penetrare all’interno e scatenandosi in atti di vandalismo, armati di pietre e bastoni. Un’azione che ricorda in tutto e per tutto quella messa in atto il 6 gennaio di due anni fa a Washington dai supporter di Donald Trump. I manifestanti hanno in un primo momento invaso l’Esplanada dos Ministerios e si sono diretti verso la piazza dei Tre Poteri prendendo di mira il Planalto (sede della presidenza), la Corte Suprema e il Parlamento, scontrandosi con le forze dell’ordine. Migliaia di persone sono riuscite a invadere la rampa che porta all’ingresso degli edifici. La polizia ha risposto sparando gas lacrimogeni. Assediati all’interno degli edifici ci sarebbero anche alcuni politici che le forze dell’ordine stanno cercando di far evacuare.

I video rilasciati da persone all’interno, scrivono i media brasiliani, mostrano persone che rompono i seggi della plenaria. A Palazzo Planalto, il piazzale dove si trovano la sede della residenza presidenziale, il Parlamento brasiliano e della Corte suprema, sono “stati rotti vetri delle finestre“. La polizia in assetto antisommossa sta cercando di sgomberare.

Il Governo sta valutando un’azione militare per fermare le proteste. I manifestanti coperti da bandiere carioca da giorni manifestano davanti agli edifici istituzionali denunciando presunti brogli elettorali che il Tribunale elettorale ha respinto nei giorni scorsi. Il presidente Lula si trova ad Araraquara, nello stato di San Paolo, al momento, per esaminare i danni causati dalle forti piogge che hanno colpito la zona negli ultimi giorni come aveva annunciato in mattinata sul suo profilo ufficiale Twitter. Jair Bolsonaro, che sta ufficialmente trascorrendo le vacanze negli Stati Uniti, non ha commentato per ora gli eventi. Nei giorni scorsi aveva tiepidamente invitato i suoi alla calma mentre in Brasile si susseguivano blocchi stradali e proteste. E con l’assalto dell’8 gennaio sembrano decisi a non mollare la presa.

Tensione anche in molte altre grandi città del Paese, da San Paolo a Rio de Janeiro. Il neo ministro della Giustizia Flavio Dino ha discusso con i governatori dei vari stati che compongono la Federazione brasiliana e ha detto di “sperare che la polizia non debba agire” per contenere “gli atti violenti e antidemocratici”. “Ho parlato anche con i governatori che non sono del nostro campo politico”, ha detto il ministro che appartiene alla coalizione di sinistra. “Tutti noi vogliamo che prevalga il diritto e non ci siano reati. La presa di potere di cui parlano i dimostranti può avvenire solo nel 2026, con una nuova elezione”, ha concluso. “Questo assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà”.

In aggiornamento…

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