La commissione di inchiesta indipendente dell’Esa e di Arianespace ha individuato la causa dell’avaria che ha condotto alla perdita del Vega C a fine 2022: il deterioramento dell’ugello del motore Zefiro 40. Esclusi, dunque, difetti nella progettazione del sistema. Ora, grazie alle raccomandazioni della commissione, il lanciatore made in Avio dovrebbe tornare a volare già alla fine dell’estate

Completati i lavori della commissione di inchiesta indipendente composta dal Agenzia spaziale europea (Esa), l’autorità preposta allo sviluppo del sistema di lancio, e da Arianespace, il fornitore del servizio di lancio, per appurare la causa dell’incidente che ha portato alla perdita del volo VV22. A fine 2022, infatti, dopo essere decollato regolarmente dallo spazioporto di Kourou, nella Guyana francese, il secondo stadio del lanciatore Vega C ha subito un’anomalia che ha portato alla terminazione prematura con la perdita della missione. Secondo i dati raccolti dalla commissione, la causa sarebbe un graduale deterioramento dell’ugello del motore Zefiro 40. Nel complesso, la Commissione ha riconfermato l’affidabilità del lanciatore Vega C, realizzato da Avio a Colleferro, alle porte di Roma, indicando una serie di raccomandazioni per garantirne il ritorno in volo in tempi brevi. Il primo lancio dovrebbe registrarsi già entro la fine dell’estate di quest’anno, con un secondo volo previsto entro la fine del 2023.

Le conclusioni della commissione

Le indagini iniziali della Commissione, sulla base dei dati di volo a disposizione, hanno evidenziato come i sottosistemi del lanciatore abbiano risposto agli eventi come previsto e che sia stato invece il graduale deterioramento dell’ugello del motore Zefiro 40 a causare l’avaria in volo. Provocato, nel dettaglio, da un’imprevista eccessiva erosione termomeccanica dell’inserto di gola dell’ugello in carbonio-carbonio (C-C) dovuta a un difetto di omogeneità del materiale e non a un errore di progettazione dello Zefiro 40. L’augello in questione è stato realizzato in Ucraina. La Commissione ha anche concluso che il materiale C-C non è adatto all’utilizzo e sta lavorando rapidamente a trovare una soluzione alternativa.

Rilanciare il programma

La fiducia nel programma Vega e Vega C non è venuta meno, e la commissione ha infatti formulato diverse sollecitazioni in modo da garantire una rapida ripresa dei voli e un solido sfruttamento commerciale del lanciatore. Tra le misure previste c’è il completamento dei test di qualifica supplementari allo Zefiro 40, da effettuare con un materiale alternativo al C-C. Anche l’Esa ha rilasciato un comunicato nel quale indica la volontà dell’Agenzia di attuare “una serie di azioni volte a garantire una produzione di lanciatori duratura, affidabile e sostenibile”. L’impegno di tutti gli attori è quello di far tornare il Vega sulle piattaforme di lancio il prima possibile, e nelle parole del direttore dell’Esa, Josef Aschbacher, le misure messe in campo “dovrebbero garantire un ritorno al volo solido e affidabile del lanciatore Vega C”, in modo da ripristinare l’indispensabile accesso europeo indipendente alle orbite.

Il Vega C

Il Vega C è un razzo a corpo unico alto circa 35 metri e con una massa al decollo di 210 tonnellate, progettato per essere in grado di posizionare oltre duemila chili di carico in un’orbita polare di riferimento di settecento chilometri. Vega C è in grado di ospitare carichi di diverse forme e dimensioni che vanno da più piccoli satelliti di un chilogrammo fino a un singolo grande carico utile. Nella sua prima missione, avvenuta il 13 luglio dello scorso anno, il vettore era rimasto in volo per ben due ore e un quarto, rilasciando in orbita il satellite scientifico dell’Agenzia spaziale italiana Lares-2 e i sei cubesat su orbite diverse, grazie alle cinque accensioni rese possibili dal motore Avum+ e alla capacità dell’ultimo stadio di effettuare fino a sette riaccensioni.

Già proiettati al futuro

Nel frattempo continuano i lavori per l’implementazione del prossimo lanciatore made in Avio, il Vega E, che dovrebbe effettuare il primo volo nel 2026. Lo sviluppo del sistema sta procedendo anche grazie ai fondi messi a disposizione del Pnrr e al supporto del governo italiano, con l’obiettivo di fornire all’Europa una famiglia di lanciatori sempre più sostenibili e performanti. Il nuovo lanciatore promette di essere ancora più sostenibile dei precedenti modelli, una buona notizia anche in termini di costi, grazie al motore M10, il primo stadio europeo a metano. Quest’ultimo aprirà la strada a una nuova generazione di lanciatori (Vega E e Vega E Light) che avranno l’obiettivo di aumentare la competitività della famiglia di piccoli lanciatori europei, sfruttando le conoscenze, tecnologie e infrastrutture sviluppate per il Vega C.