Roma, 15 mar – Usa e Russia si sfiorano, anzi si toccano proprio, vicino all’area di scontro ucraina. Per la precisione, entrano in contatto l’una con l’altra nel Mar Nero, in acque internazionali, ma la faccenda ovviamente ha generato dichiarazioni opposte e i soliti allarmi sui rischi escalation.

Usa e Russia si sfiorano: drone americano danneggiato da forze di Mosca

Come riporta Tgcom24, sono due i jet di Mosca ad aver costretto il drone americano all’atterraggio forzato. Il robot volante, un MQ-9 Reaper, era partito dalla base statunitense di Sigonella per arrivare sulle acque internazionali del Mar Nero. Secondo le fonti militari statunitensi, i due caccia SU-27 russi lo avrebbero infastidito, l’uno scaricandovi carburante sopra, l’altro danneggiando l’elica. Operazioni che hanno costretto il drone a scendere in acqua. Per Washington è una operazione poco professionale e pericolosa, per Mosca ovviamente è un incidente dovuto a manovre brusche. Dal Cremlino sottolineano l’assenza di contatto con i jet russi, dall Casa Bianca sul rischio escalation di operazioni simili. Da Mosca si ritiene che il drone fosse diretto verso la Crimea, quindi verso la Federazione, ritenendo l’atto una “provocazione inaccettabile, Washington afferma di voler continuare a monitorare il Mar Nero, rimarcando il fatto di trovarsi in acque internazionali. L’inquietudine e la tensione, insomma, sono palpabili da ambo i lati.

Il rischio escalation? Le due potenze attratte e frenate

Sulla questione di merito è difficile non sottolineare l’inquietudine russa, visto e considerato che il drone statunitense si trovava in acque internazionali e l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov lo ha paragonato addirittura a “un drone vicino New York e San Francisco”, è indubbio che le possibilità di contatto, man mano che la guerra in Ucraina prosegue, possano aumentare. Magari piccoli incidenti, questo sì, che testimoniano anche un aspetto positivo: ovvero la mancanza di intenzioni da parte di entrambi di un conflitto allargato e diretto. Lo stesso Antonov lo ribadisce: “Non vogliamo un conflitto con gli Usa”, quasi rispondendo a considerazioni analoghe degli americani di qualche settimana fa. Il problema è sempre lo stesso: i grandi conflitti non scoppiano perché qualcuno li desidera, ma perché qualcuno non immagina le reazioni a catena. Come quelle che potrebbe generare anche l’intercettazione di jet russi nello spazio areeo in Estonia, segnalato dalle forze britanniche. Da questo punto di vista, la cosa positiva è che le due potenze “si osservano” a vicenda con molta attenzione.

Alberto Celletti

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