Roma, 28 mar — Un po’ più bellina di Carola Rackete, Pia Klemp sicuramente lo è, ma le differenze finiscono qui. Klemp è il comandante della Lousi Michel, la zuccherosa nave Ong finanziata e decorata dall’artista Banksy che da domenica è in stato di fermo amministrativo nel porto di Lampedusa.

Pia Klemp, la pasionaria antifascista che raccoglie clandestini in mare

La capitaneria di porto di Lampedusa bloccato la Louise Michel al termine delle operazioni di sbarco di 178 clandestini recuperati nel Mediterraneo. Motivo: violazione del decreto Piantedosi. «L’unità,  […] dopo un primo intervento di soccorso nelle acque libiche, contravveniva alla disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendo invece su altre tre unità di migranti sulle quali, peraltro, stavano già dirigendo in soccorso i mezzi della Guardia costiera italiana», fanno sapere dalla Capitaneria. «Ci impediscono di lasciare il porto e prestare soccorsi in mare», sospira la Klemp su Twitter. «Sappiamo di dozzine di barche in distress davanti all’isola, proprio in questo momento». E però «ci vietano di uscire e prestare assistenza. Questo è inaccettabile».

LA bimba di Banksy

Fu Santa Pia dei clandestini la prescelta dal guru milionario dei disegnini sui muri, Banksy, per la conduzione della Louise Michel. Il writer la notò dopo il suo «debutto», avvenuto nel 2019, nel magico mondo dei taxi del mare, quando recuperò 89 persone a sud di Lampedusa. La volle immediatamente a capo dell’equipaggio perché aveva già alle spalle missioni nel Mediterraneo sulla Sea Watch e sulla Iuventa, la nave per cui finì a di fronte ai giudici per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. «Ciao Pia, ho letto la tua storia sui giornali. Mi sembri un tipo tosto. Sono un artista del Regno Unito e ho realizzato diverse opere ispirate alla crisi dei migranti. Ovviamente non posso tenere i soldi per me», così l’aveva contattata. «Potresti usarli tu per comprare una barca o qualcosa del genere? Fammi sapere per favore. Buon lavoro, Banksy». Alla mail di Banksy seguì l’acquisto di una motonave francese di 31 metri intitolata intitolata alla memoria di una femminista anarchica di fine Ottocento, Louise Michel.

La solita ricca bianca con la sindrome del Messia 

Pia Klemp possiede tutti gli -ista richiesti dalla sua posizione: trentacinque anni, studi in biologia, antifascista, femminista, antirazzista, immigrazionista, ambientalista, pervasa dalla sindrome del Messia tipica del ricco bianco nordeuropeo progressista che si sente investito della missione di «salvare più vite umane possibili»; quelle stesse vite umane che scaricherà entro i confini italiani disinteressandosi totalmente del loro destino, della qualità della loro vita futura e dei profondi sconvolgimenti che tale flusso di allogeni creerà nella società che suo malgrado è costretta ad accoglierli. «Non vedo il salvataggio in mare come un’azione umanitaria ma come una forma di lotta antifascista» aveva confidato al Guardian. Per lei antifascismo e immigrazionismo si fondono in un unico blob di santità che evidentemente la fanno vivere bene con sé stessa. Peccato che nel farlo ci vadano di mezzo i popoli europei.

Cristina Gauri

Ti è piaciuto l’articolo?
Ogni riga che scriviamo è frutto dell’impegno e della passione di una testata che non ha né padrini né padroni.
Il Primato Nazionale è infatti una voce libera e indipendente. Ma libertà e indipendenza hanno un costo.
Aiutaci a proseguire il nostro lavoro attraverso un abbonamento o una donazione.