Crosetto: “L’Italia invierà missili a Kiev”
Elena Del Mastro — 23 Gennaio 2023
A pagare il peso più grande della guerra in Ucraina che dura da 334 giorni sono certamente i bambini, tra giovanissimi morti, feriti e deportati dall’inizio della guerra. È di 459 morti e 914 feriti il bilancio aggiornato del numero di bambini vittime dei bombardamenti russi dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio scorso, secondo l’Ufficio del procuratore generale di Kiev. La stessa fonte – citata dai media ucraini – parla di 13.961 bambini deportati illegalmente dalle forze russe, di cui solo 126 sono stati rimpatriati in Ucraina. Dall’inizio della guerra – sempre secondo la Procura generale – sono state danneggiate 3.126 strutture educative nel Paese, di cui 337 completamente distrutte. E la guerra non sembra volgere al termine.
Kiev continua a chiedere carri armati per fermare l’offensiva di Putin. Dopo giorni di indecisione, la Germania apre all’invio dei Leopard all’Ucraina, annunciando che Berlino è pronta ad autorizzare la Polonia a fornire i tanto desiderati tank tedeschi a Kiev. Immediata la reazione di Mosca: “La fornitura di armi offensive a Kiev porterebbe a un disastro globale”, ha detto lo speaker della Duma russa Viacheslav Volodin evocando durissime ritorsioni di Mosca per il sostegno militare occidentale all’Ucraina, soprattutto se dovesse materializzarsi con l’invio dei tank l’aiuto degli stati Occidentali. “Le consegne di armi offensive al regime di Kiev porteranno a una catastrofe mondiale. Nel caso in cui Washington e i paesi della Nato forniscano armi che verranno poi utilizzate per colpire le città civili e tentare di impadronirsi dei nostri territori, come minacciano, ci sarà una risposta di ritorsione con armi più potenti”, ha scritto Volodin su Telegram. Il presidente della Camera bassa russa ha quindi sottolineato che i membri del Congresso degli Stati Uniti e i parlamentari europei “dovrebbero rendersi conto della loro responsabilità nei confronti dell’umanità”.
Intanto dall’Ucraina continuano ad arrivare richieste di aiuto. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in riferimento alla questione della fornitura ha scritto su Twitter: “I partner devono realizzare la verità: c’è un buco nella nave globale e la parte ucraina dell’equipaggio sta combattendo per la sopravvivenza della nave. Aspettare non funzionerà. Per salvare la nave, tutti devono agire di concerto. Ciò significa carri armati, missili, armi, denaro e altro per l’Ucraina”.
E in Europa continua il dibattito sull’invio dei carri armati. Emmanuel Macron, dopo il Consiglio dei Ministri franco-tedesco ha annunciato che la Francia non esclude di fornire carri armati pesanti Leclerc all’Ucraina. “Per quanto riguarda i Leclerc – ha dichiarato il presidente francese – ho chiesto al ministro della Difesa di lavorarci su. Nulla è escluso ed è qualcosa che si valuta tutti insieme”. Scholz, interrogato sui Leopard, ha detto che “il modo in cui noi abbiamo agito in passato è sempre strettamente coordinato con i nostri amici ed alleati e continueremo ad agire in funzione della situazione concreta”. Toccherà comunque a Varsavia domandare l’autorizzazione e la decisione non è scontata. “A Ramstein si sono prese decisioni molto buone, ci sono stati risultati concreti e poi ogni Paese decide a livello nazionale: la Germania si è impegnata molto nei confronti dell’Ucraina e non si deve parlare solo dei carri armati. Certo, il presidente Zelensky li chiede, ma ci sono idee diverse all’interno degli Stati membri e oggi ne parleremo“. Lo ha detto l’Alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell, arrivando al Consiglio affari esteri di Bruxelles.
In Italia oggi alla Camera all’esame del decreto legge che prolunga per tutto il 2023 l’autorizzazione al governo ad inviare armi all’Ucraina, già approvato dal Senato. “Il sesto decreto ci sarà e penso sarà condiviso da quasi tutto il Parlamento. Darà agli ucraini la possibilità di difendersi dagli attacchi aerei. Vuol dire missili che abbattono altri missili”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervistato a Che tempo che fa su Rai 3.
Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.
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