Fu nella notte tra il 1° e il 2 marzo del 1992 che sentii bussare insistentemente alla porta della mia camera all’hotel Holiday Inn di Sarajevo. Era Alberto Negri, inviato del Sole 24 ore, che alle mie rimostranze per il sonno interrotto replicò sarcastico: «Scusa se ti disturbo, ma qui sotto ci sarebbe una piccola guerra». Alberto era reduce da una cena in centro perché il suo giornale l’indomani non usciva, io ero tornato in albergo a scrivere un articolo per l’ultima ribattuta del mio, Il Giorno, dovevo dare conto del risultato del referendum sull’indipendenza, onorato dai croati e musulmani di Bosnia e boicottato dai serbi.
Scendemmo
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