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“Trasformeremo il Pacifico in un poligono di tiro”: l'ultima minaccia di Kim Jong Un

La Corea del Nord ha effettuato una serie di test missilistici che hanno messo in allarme gli Stati Uniti e i loro partner asiatici. L’ultima mossa di Pyongyang, in risposta ad un’esercitazione militare pianificata da Washington e Seoul, è coincisa con il lancio di due missili capaci, secondo il governo nordcoreano, di un “attacco nucleare tattico” che potrebbe distruggere completamente le basi aeree nemiche.

Non è stato un episodio isolato, visto che si tratta del secondo lancio del Nord avvenuto nel giro di 48 ore, dopo quello, avvenuto sabato, di un Hwasong-15, e cioè uno dei suoi più potenti missili balistici intercontinentali (ICBM). Quest’ultimo, ha spiegato Tokyo, è caduto nella zona economica esclusiva del Giappone (Zee), portando l’asse Corea del Sud-Usa ad organizzare manovre aeree congiunte.

Secondo l’agenzia ufficiale nordcoreana Kcna, i lanci sono stati effettuati in risposta a queste esercitazioni aeree, con Pyongyang che ha accusato sudcoreani e americani di essere responsabili del deterioramento della situazione della sicurezza nella penisola coreana.



L’avvertimento di Pyongyang

Dal canto suo, Seoul ha definito il lancio del Nord una “seria provocazione che mina la pace e la stabilità nella penisola coreana” e ha invitato Pyongyang a porvi fine “immediatamente”. Su richiesta del primo ministro giapponese Fumio Kishida, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà d’urgenza nelle prossime ore.

Anche perché Kim Yo Jong, potente sorella del presidentissimo Kim Jong Un, ha avvertito che la Corea del Nord continuerà a monitorare le mosse di Washington e Seoul per dispiegare più risorse strategiche statunitensi nella regione, promettendo di adottare “contromisure” a qualsiasi minaccia percepita. Non solo: Miss Kim ha fatto sapere che l’uso del Pacifico da parte della Corea del Nord come “poligono di tiro” dipenderà solo ed esclusivamente dal comportamento di Forze statunitensi.

L’avvertimento della sorella del leader Kim potrebbe anticipare possibili piani nordcoreani per lanciare ulteriori missili, probabilmente in direzione del territorio statunitense di Guam. In tutto questo, le prospettive per un nuovo round di sanzioni delle Nazioni Unite contro Pyongyang sono piuttosto scarse, dati i precedenti veti di Russia e Cina, tra la crisi ucraina e la recente faida sino-americana per la questione dei presunti palloni spia nei cieli Usa.

L’asse Seoul-Washington

L’esercito della Corea del Sud ha condannato i lanci come una “grave provocazione” che dovrebbe cessare immediatamente. L’ufficio del presidente Yoon Suk Yeol ha dichiarato di aver tenuto una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale per rivedere i test e discutere le contromisure. Il comando indo-pacifico degli Stati Uniti ha evidenziato “l’impatto destabilizzante” dei programmi illegali di armi della Corea del Nord, mentre il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha esortato Pyongyang a fermare tali provocazioni vietate dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza e riprendere il dialogo sulla denuclearizzazione.

Nel frattempo gli Stati Uniti e la Corea del Sud terranno esercitazioni nucleari da tavolo simulate volte a migliorare le operazioni delle risorse nucleari statunitensi, nonché l’addestramento annuale sul campo primaverile del Freedom Shield a marzo.

L’agenzia sudcoreana Yonhap ha scritto, intanto, che l’aeronautica della Corea del Sud ha organizzato esercitazioni di rifornimento aereo, coinvolgendo caccia stealth F-35A. Il servizio armato ha schierato una petroliera di rifornimento KC-330 e un numero imprecisato di jet F-35A per le esercitazioni. “Soprattutto grazie alle loro capacità di evitare il rilevamento da parte dei sistemi radar del nemico, gli F-35 possono infiltrarsi furtivamente nelle aree nemiche e colpire bersagli fondamentali”, ha sottolineato l’Air Force in una nota che assomiglia molto ad un contro avvertimento indirizzato a Pyongyang.

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