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Terremoto politico in Olanda, vince il partito “ruralista”

Terremoto politico in Olanda, dove il partito “ruralista” degli agricoltori si è imposto come grande vincitore nelle elezioni regionali che determinano la composizione del Senato. Negli ultimi mesi, il partito BBB o BoerBurgerBeweging (Movimento contadino-cittadino) ha cavalcato un’ondata di proteste contro le politiche “green” del governo e essere sembra destinato a conquistare più seggi al Senato rispetto al partito liberal-conservatore del primo ministro Mark Rutte. Nato solamente quattro anni fa, il partito ha raccolto la rabbia di contadini, agricoltori e allevatori contro i piani della coalizione di governo di riduzione delle emissioni di azoto e la prevista riduzione dei capi di bestiame e, in alcuni casi, di chiusura degli allevamenti. Ma guarda anche alla destra “populista” e anti-islam, nonché fortemente euroscettica. A tal proposito, il clamoroso exploit del partito ruralista olandese rappresenta altresì un monito alle stesse istituzioni europee: con le loro imposizioni “green” – vedi la casa o le auto elettriche – rischiano di alimentare uno scontento presso la popolazione che farà da serbatoio alle forze “euroscettiche”. Sorprendentemente, le elezioni hanno mobilitato più persone rispetto al passato poiché si stima che il 61% degli elettori olandesi si sia recato a votare: la più alta affluenza alle urne negli ultimi 30 anni.

Secondo le proiezioni, il partito dovrebbe conquistare ben 15 seggi al Senato: come sottolinea la Reuters, la fulminea ascesa del partito ruralista rappresenta un duro colpo per la coalizione di governo di Rutte, che ora dovrà molto probabilmente rivedere i suoi obiettivi di ridurre drasticamente l’inquinamento da azoto nelle fattorie. Il governo mira a dimezzare le emissioni di azoto entro il 2030, poiché un numero relativamente elevato di bestiame e l’uso massiccio di fertilizzanti hanno portato a livelli di ossidi di azoto nel suolo e nell’acqua che violano le normative dell’Unione europea.

L’ascesa del partito

Il BBB afferma che il problema è stato amplificato dalle associazioni ambientaliste e che le soluzioni proposte dal governo sono inique nei confronti degli agricoltori, e soprattutto rischiano di portare alla chiusura di molte aziende agricole e alla carenza di produzione alimentare. “Nessuno può più ignorarci”, ha detto a Radio 1 la leader del BBB Caroline van der Plas. “Gli elettori si sono espressi molto chiaramente contro le politiche di questo governo”. Al Senato il governo Rutte non ha la maggioranza e dovrà negoziare accordi con i partiti dell’opposizione, perlopiù di sinistra. Il partito ruralista ha vinto un solo seggio alla Camera bassa nel 2021, ma negli ultimi mesi la sua popolarità è aumentata a dismisura a causa delle impopolari misure “green” del governo.

Il governo di Rutte, al suo quarto mandato consecutivo dal 2010, è sprofondato nei sondaggi a un indice di gradimento del 20%, il più basso in un decennio. Le proteste olandesi hanno attirato l’attenzione globale e raccolto il sostegno internazionale da parte di molte figure di destra, a cominciare dall’ex presidente Donald Trump. Le elezioni regionali olandesi – cruciali in quanto determinano la composizione della camera alta del parlamento – hanno visto il BBB ottenere il maggior numero di voti in otto delle 12 province del Paese.

Che cos’è il partito ruralista

Il successo del partito è dovuto al successo delle proteste organizzate dagli agricoltori nell’ultimo mese, che hanno bloccato l’accesso agli edifici governativi con i trattori e scaricato letame sulle autostrade. Ma il partito pesca anche nell’elettorato “populista” anti-establishment ed euroscettico. Andre Krouwel, politologo presso la Vrije Universiteit Amsterdam, ha dichiarato all’Associated Press che il “nazionalismo popolare” conferisce ampio fascino al partito, va oltre i contadini e pesca negli “elettori suburbani e urbani che hanno una visione di destra tradizionale e conservatrice sulla vita”. Non stupisce che questo “boom” dei “ruralisti” provenga dai Paesi Basi. L’agricoltura, infatti, è un settore di vitale importanza per gli olandesi. Benché i Paesi Bassi siano fortemente urbanizzati e densamente abitati, il suo settore agricolo rimane molto rilevante. Più della metà del territorio è infatti dedicata all’agricoltura, ed è il secondo esportatore agricolo mondiale dopo gli Stati Uniti, con una particolare specializzazione nella floricoltura. L’attuale disputa politica sulle emissioni di azoto è stata innescata da un piano annunciato dal governo olandese per ottenere una riduzione del 50% di tali emissioni in tutto il paese entro il 2030. Le riduzioni di azoto previste dal piano differiscono notevolmente in tutto il paese a seconda dell’impatto ambientale calcolato di ciascuna area le regioni naturali protette del Paese.

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