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Strage di piazza della Loggia, la presidenza del Consiglio non è parte civile a Brescia: polemiche contro Meloni – Il Riformista

La nuova indagine 49 anni dopo la bomba fascista

Carmine Di Niro — 23 Marzo 2023

Strage di piazza della Loggia, la presidenza del Consiglio non è parte civile a Brescia: polemiche contro Meloni

Una scelta incomprensibile che ha colpito i familiari delle otto vittime che 49 anni dopo la strage aspettano ancora di conoscere tutta la verità. La presidenza del Consiglio dei ministri non si è costituita parte civile nell’udienza preliminare a carico di Roberto Zorzi e Marco Toffaloni, nata dalla quarta inchiesta sulla strage di piazza della Loggia a Brescia.

Il 28 maggio 1974 un ordigno nascosto in un cestino di rifiuti in piazza della Loggia, a Brescia, esplose durante una manifestazione indetta dai sindacati: la bomba provocò 8 morti e 102 feriti.

Davanti alla giudice Francesca Grassani si è aperta l’udienza preliminare nell’ambito dell’indagine quater sulla strage, che ha visto emergere come possibili esecutori dell’attentato le figure dei neofascisti veronesi Marco Toffaloni e Roberto Zorzi. Dopo l’analisi di eventuali eccezioni delle difese, i pm potrebbero giù discutere del rinvio a giudizio solo di Zorzi, che vive negli negli Stati Uniti, mentre nei prossimi giorni toccherà a Toffaloni, che sta in Svizzera, il cui ruolo è di competenza del Tribunale dei Minori perché aveva 17 anni all’epoca dei fatti, tre anni in più del compagno di “passione politica”, entrambi veronesi e nell’orbita del movimento eversivo fascista di Ordine Nuovo.

L’indagine sulla strage fu per anni contraddistinta da depistaggi e processi finiti nel nulla. Ad oggi sono riconosciuti colpevoli e condannati alcuni membri di Ordine Nuovo. Quale esecutore materiale è stato condannato in Cassazione Maurizio Tramonte, assieme ai già detenuti Carlo Digilio (addetto agli esplosivi) e Marcello Soffiati (il quale ha trasportato l’ordigno). Come mandante è stato condannato, anch’egli in Cassazione, il dirigente ordinovista Carlo Maria Maggi. Gli altri imputati, tra cui Delfo Zorzi, il generale Francesco Delfino e l’ex segretario del Movimento Sociale Italiano e fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo Pino Rauti, furono assolti.

Nato a Merano, ma cresciuto nel Veronese, Zorzi oggi vive negli Stati Uniti con passaporto americano. Viene ritenuto l’esecutore materiale ed è accusato di concorso in strage con altri, tra cui Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, per “aver partecipato alle riunioni in cui l’attentato veniva ideato, manifestando la propria disponibilità all’esecuzione dell’attentato e comunque – recita il capo di imputazione riportato dall’Ansa – rafforzando il proposito dei correi“.

Non so se la presidenza del Consiglio sia stata avvertita in merito a questa udienza o se sia stata una scelta di non costituirsi parte civile. Mi auguro che nel giro di pochi giorni venga chiarita questa situazione“, sono state le parole di Manlio Milani, presidente dell’Associazione familiari vittime della strage di piazza della Loggia a Brescia in merito alla mancata costituzione della Presidenza del consiglio nel nuovo processo.

Ma immediate sono state anche le reazioni politiche. Per Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, la scelta della presidenza del Consiglio “è un brutto segnale, incomprensibile. La verità sulle stragi è un interesse dello Stato, un dovere nei confronti delle vittime”. “Faccio appello alla sensibilità del sottosegretario Mantovano affinché sia rivista questa scelta“, ha aggiunto Zanella.

E il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, commenta: “È una pessima notizia. La Presidenza del Consiglio è opportuno e politicamente rilevante che si costituisca parte civile nel processo in corso sulla strage di Piazza della Loggia“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia

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