Roma, 16 feb – In un’inchiesta pubblicata sul numero di febbraio de Il Primato Nazionale, abbiamo documentato come le navi delle Ong producono davanti alle coste libiche il pull factor, ovvero quel fattore magnete che spinge gli immigrati a salire su un barcone dei trafficanti per raggiungere l’Italia. Rapporti della missione europea Operazione Sophia, documenti di Frontex, informativa del ministero dell’Interno tedesco e pure gli atti del processo a Trapani, che vede indagati 21 membri di tre Ong per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, convergono sulla medesima conclusione: le partenze dei barconi dalla Libia aumentano con la presenza delle navi delle Ong davanti alle coste libiche.

Nel 2022, senza navi delle Ong, sono partiti giornalmente dalla Libia una media di 155 immigrati mentre, con le navi delle Ong al largo delle coste libiche, 251 immigrati, ovvero il 62 per cento in più di immigrati. Purtroppo, il pull factor delle navi delle Ong non aumenta soltanto le partenze, ma può causare anche stragi di immigrati come è successo ieri 14 febbraio.

Immigrati al largo della Libia, i sopravvissuti: “Cercavamo di raggiungere la nave Ocean Viking”

Può essere ribattezzata la “Strage di San Valentino” quella avvenuta il 14 febbraio al largo delle coste di Qasr Al-Akhyar, nella zona di Khoms a est di Tripoli. Il bilancio è di 73 dispersi, 11 corpi recuperati e 7 sopravvissuti. Intervenute per prestare soccorso, la Mezzaluna Rossa libica e la polizia locale hanno registrato le testimonianze dei naufraghi.

Gli immigrati sopravvissuti hanno dichiarato che il gommone stava cercando di raggiungere la nave Ocean Viking della Ong SOS Mediterranee che, da due giorni, stava pattugliando le acque a circa 26 miglia da Khoms. Purtroppo, il gommone sul quale viaggiavano gli immigrati è affondato dopo poche miglia.

Al momento, nessuna dichiarazione è stata pubblicata dalla Ong SOS Mediterranee che ora sta navigando in direzione Ravenna per sbarcare gli 84 immigrati trasbordati proprio nella zona in cui è avvenuta la “Strage di San Valentino”. Non è la prima volta che le navi delle Ong si trovano nelle acque in cui avvengono tragici naufragi. Si può, quindi, dedurre che le sedicenti “navi umanitarie”, non solo aumentano le partenze dei barconi dalla Libia, ma possono essere messe in relazione con alcune stragi che poi utilizzano mediaticamente per cercare di influenzare l’opinione pubblica.

Francesca Totolo

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