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Scontri tra ultras sull'A1, la madre di Ciro Esposito: “Mio figlio è morto invano” – Il Riformista

“Stanca di fare appelli alla pace”

Antonio Lamorte — 9 Gennaio 2023

Scontri tra ultras sull’A1, la madre di Ciro Esposito: “Mio figlio è morto invano”

Antonella Leardi non offre messaggi retorici, ricette a buon mercato. “Onestamente credo sia perfettamente inutile. Adesso servono i fatti”. Era il 3 maggio 2014 quando suo figlio Ciro Esposito venne raggiunto un colpo di pistola. Era andato a Roma, allo Stadio Olimpico, per assistere alla finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. A esplodere il colpo il tifoso della Roma Daniele De Santis. Esposito morì dopo 53 giorni di sofferenza al Policlinico Gemelli. Gli scontri di ieri tra i tifosi del Napoli e quelli della Roma sull’Autostrada A1 hanno fatto tornare a bruciare una ferita mai rimarginata e riproposto il problema degli ultras del mondo del calcio.

“Lo Stato deve assumersi le sue responsabilità e provare ad estirpare questo male dal mondo del calcio. Lo sport è altro, non si può continuare così. Si lotta contro la criminalità organizzata e non si riesce a fermare questa violenza. Mi sembra molto strano, c’è qualcosa che non va”, ha detto la donna in un’intervista a Repubblica. Leardi dopo la morte del figlio ha fondato l’associazione “Ciro vive”, dedicata alla sensibilizzazione contro la violenza nel mondo dello sport.

15 minuti di violenza e di follia in Autostrada A1, traffico chiuso in direzione nord per 50 minuti e in tilt per almeno un paio d’ore. Gli scontri di ieri sono esplosi all’altezza dell’area di servizio Badia al Pino in direzione nord intorno alle 13:30. “Circa 350 tifosi del Napoli diretti a Genova, si sono fermati nell’area di servizio Badia al Pino direzione nord”, hanno spiegatole forze dell’ordine che hanno chiuso l’ingresso “all’area di servizio per impedire che un gruppo di tifosi romanisti di cui si era avuto notizia, in transito lungo lo stesso itinerario, potesse venire a contatto con la tifoseria partenopea”.

I tifosi della Roma hanno saputo della presenza dei napoletani e hanno deciso di “fermarsi all’altezza dell’area di sosta mentre una parte della tifoseria del Napoli posizionatasi lungo la recinzione, ha iniziato un fitto lancio di oggetti contundenti verso le autovetture sulla carreggiata”. La guerriglia è esplosa per pochi minuti all’altezza dell’uscita dall’autogrill. Un ferito, in maniera non grave e trasportato in codice giallo per ferita da arma da taglio, è stato arrestato in serata per rissa aggravata. I tifosi della Roma sono ripartiti subito, quelli del Napoli sono stati scortati fino a Genova dalla polizia.

L’autogrill in cui si sono consumati gli incidenti è lo stesso in cui era stato ucciso il tifoso della Lazio Gabriele Sandri nel 2007. “Dopo nove anni è sempre la stessa storia. Io per il calcio ho perso un figlio e continuo ad assistere a scene assurde di violenza”, ha detto nell’intervista Leardi. Per la morte del figlio, dopo un lungo processo è arrivata la condanna per Daniele De Santis dalla terza Corte d’Assise di Roma di reclusione e ad un risarcimento alla famiglia Esposito. Con lui sono stati condannati anche due tifosi del Napoli, Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito: otto mesi di reclusione per rissa aggravata e lesioni.

Da quei fatti l’avversità tra le due tifoserie ha intrapreso un’escalation di cui l’episodio di ieri è soltanto l’ultimo atto. “Servono risposte concrete. In Inghilterra il calcio era uno sport violento, ora gli stadi sono frequentati dalle famiglie. Forse bisognerebbe seguire l’esempio di chi è riuscito a risolvere questa emergenza”. Gli inquirenti sono al lavoro, si stanno servendo del materiale video per identificare tutti i responsabili degli scontri.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.

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