Roma, 20 feb – Ennesimo episodio di violenza nella Capitale finito in tragedia. Un uomo di nazionalità filippina sui 50 anni, è stato ucciso a coltellate al termine di una rissa nei pressi della stazione di Valle Aurelia a Roma, il corpo della vittima è stato trovato sulle scalette che dalla circonvallazione portano agli archi dell’acquedotto. Secondo le prime ricostruzioni della squadra mobile capitolina, ascoltando i testimoni presenti sul luogo, l’omicidio è scaturito in seguito ad una lite tra stranieri, connazionali, scoppiata probabilmente per futili motivi, complici anche l’elevato tasso alcolico e l’utilizzo di droghe tipiche del Sud est asiatico.

Zona conosciuta per bivacchi di stranieri

La situazione di degrado e violenza che colpisce i residenti e gli avventori della zona della stazione Aurelia è da tempo denunciata dagli stessi, addirittura, alcuni pendolari, affermano come “andare a prendere il treno alla stazione è una roulette russa”. La zona nei pressi della stazione è conosciuta per essere un bivacco di stranieri, molti dei quali filippini, i quali, sempre secondo gli abitanti e i turisti, “giocano a dadi, cucinano in strada e giocano a carte. Verso sera diventano rissosi e violenti perché sono ubriachi”. Facile, in seguito a queste dichiarazioni, immaginare la dinamica dell’omicidio del cittadino filippino, i cui assassini, non ancora identificati, sono riusciti a scappare.

Roma sempre più in mano al degrado

A Roma, i casi di cronaca nera come questo sono all’ordine del giorno. Aggressionirapineaccoltellamenti si susseguono ad un ritmo impressionante, soprattutto in zone limitrofe a stazioni come Termini, dove pochi giorni fa gli esercenti hanno espresso il loro disagio per la condizione di degrado in cui si ritrovano. La grande presenza di immigrati è uno dei fattori principali di questo sentimento di insicurezza diffuso tra gli abitanti e i turisti della Capitale, contro la quale l’amministrazione a guida Pd sembrerebbe non avere intenzione di agire.

Andrea Grieco

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