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Quella strana compagnia di mercenari figlia della Wagner

La Wagner, la compagnia di mercenari di Yevgeny Prigozhin e legione parallela del Cremlino nel mondo, è sotto la luce dei riflettori dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Dopo le settimane dello scontro tra il fondatore della compagnia e la Difesa russa, accusata di “tradimento” evitando di rifornire la compagnia sul fronte del Donbass, alcuni media indipendenti russi – in particolare iStories.media – hanno lanciato una nuova indiscrezione: la nascita dal mondo di Wagner di una nuova milizia privata, Convoy (Конвой in russo).

Secondo le informazioni fornite dal media russo, Convoy sarebbe nata su iniziativa di Sergej Aksenov, capo della Crimea occupata, dove questa nuova compagnia di sicurezza è apparsa per la prima volta e si addestra, anche se ora opera principalmente nell’area di Kherson. Il comandante del battaglione, invece, si fa chiamare Mazai, e per il sito investigativo non vi sarebbero dubbi: dietro il nome in codice si celerebbe Konstantin Pikalov, l’uomo di fiducia Prigozhin per le operazioni della Wagner in Africa. L’uomo, in effetti, risulta essere collegato a una società con lo stesso nome di quella ritenuta la nuova “costola” della Wagner. E data l’importanza della compagnia dello “chef di Putin” in Africa, non sorprende che sia stato proprio Pikalov come capo di questa nuova milizia, dal momento che è nel continente a sud dell’Europa che si concentrano le principali attività dei mercenari russi.

L’indiscrezione che giunge dalla Crimea segnala almeno tre grandi temi che dipendono anche dal grado di coinvolgimento di Prigozhin in questa iniziativa. Se fosse confermato un interessamento e un placet del capo della Wagner, questo dimostrerebbero la capacità di Prigozhin di ramificarsi durante la guerra in Ucraina al punto da trasformarsi in un attore in grado di creare delle forze complementari. La sua crescita di immagine, che lo ha portato a sfidare apertamente i vertici delle forze armate fino a puntare a un ruolo politico, si confermerebbe dunque tale anche attraverso queste notizie, lasciando trasparire una forza non solo capace di generare nuove unità, ma anche su nuovi fronti. Questo potrebbe anche significare un rinnovato input da parte dello “chef di Putin” nel mostrarsi come artefice di una guerra sempre più ideologica e privata, incanalando nei social questa iconografia del leader ultranazionalista e intransigente sempre più forte nonostante l’opposizione delle forze armate regolari.

Il secondo tema è quello della centralità dell’ala “africana” di Wagner, solo momentaneamente resa secondaria per l’impiego dei mercenari in Ucraina e il reclutamento dei detenuti russi da schierare nell’area del Donbass. Pikalov, secondo le inchieste, ha un ruolo centrale nella strategia dell’armata di Prigozhin in Repubblica Centrafricana, al punto da diventare quasi un parigrado di Prigozhin. Il fatto che Convoy sia una creazione dello “chef di Putin” ma anche sotto il comando di Pikalov (alias Mazai) sottolinea come la rete africana non è solo attiva, ma anche potenzialmente decisiva. Certo, la Wagner potrebbe anche dare un’immagine di ritirata dal continente africano per concentrare gli sforzi in Ucraina. Ma quello che conta è anche l’idea che viene propagata con questo annuncio, e cioè che Wagner e Convoy possono ancora pescare nel bacino dei contractors che combattono in Africa e in altre aree del mondo, certificando anche una volta l’immagine di impero mondiale nelle mani di Prigozhin.

Il terzo tema, invece, riguarda la possibilità che questa armata, Convoy, sia in realtà mostrata non come succursale della Wagner in Crimea ma come attore distante dall’agenda di Prigozhin e come iniziativa autonoma di Aksenov e Pikalov. Al momento sembrerebbe confermata la linea della complementarietà in una logica di privatizzazione del conflitto a scapito delle autorità russe, politiche e militari. Ma in futuro, questo potrebbe anche rovesciarsi a sfavore di Prigozhin, specialmente se inizia a crearsi una concorrenza interna ai mercenari durante la guerra in Ucraina. Vladimir Putin teme la crescita del ruolo e del prestigio di Prigozhin: per questo motivo, Aksenov e Pikalov potrebbero essere o due nuove spine nel fianco oppure ottimi strumenti per creare dissapori nell’impero dello “chef”.

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