Dopo il crimine ara stato anche minacciato da una donna: “Prof” aggredito dopo aver dato nota ad un’alunna, il padre è libero e lui ora ha paura
di Giampiero Casoni Pubblicato il
La notizia gli ha messo inquietudine ed ora il “prof” aggredito dopo aver dato nota ad un’alunna ha paura perché il padre è libero.
L’uomo che aveva preso a schiaffi Vincenzo Amorese, docente dell’istituto Majorana di Bari, esce dai domiciliari e il docente teme ritorsioni. Lo scorso settembre l’insegnante era stato aggredito da alcune persone che lo avevano schiaffeggiato dopo che lui aveva messo una nota disciplinare a una studentessa.
“Prof” aggredito per una nota: ora ha paura
La polizia aveva indagato e il padre della ragazza era stato messo ai domiciliari: il 34enne non era andato in carcere ma era stato sottoposto ad una misura di cautela che essendo terminata adesso lo rimette a piede libero.
E lui, il professor Amorese, apparso davanti alle telecamere de “La Vita in diretta”, ha commentato la notizia. E ha detto: “Non posso nascondere un senso di indignazione alla notizia che l’aggressore che ha provocato questo momento drammatico della mia vita sia stato rimesso in libertà dagli arresti domiciliari”. L’insegnante ha anche citato le minacce che avrebbe ricevuto dalle altre persone coinvolte nell’aggressione, compreso “un complice del 34enne e la mamma della ragazzina”.
Le minacce della donna e i timori
E la donna avrebbe detto su Amorese “Se lo avessi preso io, gli avrei staccato la testa per giocare a pallone nel cortile”. Il docente non lo nasconde: “Ho paura, potrei ancora essere oggetto di ritorsione, ho un senso di angoscia e ansia”, dice adesso il professore. Che conclude affermando, ancora una volta, di ritrovarsi “in questa situazione drammatica solo per aver svolto il mio dovere”. Il fatto che aveva innescato i reato era scaturito dall’ingresso a seconda ora della ragazza ma senza giustificazione da cui erano scaturiti un rimprovero e un’azione di disturbo dell’alunna.
Da lì la nota e la reazione del padre che irrompendo a scuola aveva detto: “Vieni qua, dobbiamo parlare”.