Livorno, 19 marzo 203 – Ricordate il processo per i presunti falsi Modigliani in corso a Genova? Chieste cinque condanne e una assoluzione nel procedimento sui quadri sequestrati nel 2017 dalla procura di Genova mentre erano esposti a Palazzo Ducale.
In particolare il procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio ha chiesto la condanna a sei anni per Rudy Chiappini, curatore della mostra, cinque anni per Joseph Guttmann, proprietario della maggior parte dei dipinti ritenuti finti. E poi otto mesi per Nicolò Sponsilli, direttore della società Skira che organizzò l’evento, e per Rosa Fasan, dipendente della società, sei mesi per Pietro Pedrazzini, scultore svizzero, proprietario di un «Ritratto di Chaim Soutine» che secondo gli investigatori piazzò come autentico pur sapendolo falso. Chiesta l’assoluzione per Massimo Zelman, presidente di Mondo Mostre Skira.
Secondo gli investigatori, attraverso l’esposizione alla mostra si volevano far passare per autentiche delle opere false per rivenderle a prezzi stellari nel centenario della morte di Modì. A sollevare i dubbi sui quadri era stato il critico d’arte ed esperto di Modigliani Carlo Pepi. Per i legali degli imputati, invece, le opere sono autentiche.
Sgarbi: “Richiesta inaudita”
“Quella del Procuratore è una richiesta inaudita. Perite prive di esperienza e competenza, danno indicazioni false ai magistrati che condannano un curatore onesto e serio che ha esposto opere di Modigliani riconosciute e pubblicate in altre mostre”. Così il sottosegretario al Mic e critico d’arte, Vittorio Sgarbi, commenta la richiesta di condanne nel processo.
“Attribuire a Rudy Chiappini la colpa per le scelte di quadri di Modigliani in mostra a Genova è un arbitrio e una prepotenza di una giustizia che non rispetta la libertà di opinioni e la ricerca di uno studioso degno di ogni considerazione, che ha sempre lavorato in modo impeccabile. La conclamata incapacità delle perite del tribunale è diventata lo strumento per una esecuzione sommaria che punisce il collezionismo e la ricerca favorendo i capricci e l’inesperienza di personaggi frustrati che vedono falsi dove sono opere autentiche”, afferma Sgarbi in un comunicato.
“La condanna di Rudy Chiappini e di Joseph Guttman, esperto di Modigliani quanto la (im)perita Quattrocchi (non laureata) è inesperta, è una condanna a Modigliani» sostiene ancora Sgarbi che rispetto alle «pene minori per Sponzilli e Fasan, sono una violenza e una testimonianza di disprezzo per i bravissimi lavoratori di una autorevole casa editrice come Skira. Il mondo della critica d’arte – conclude Sgarbi – dovrebbe ribellarsi a questa umiliazione di un lavoro che si basa sullo studio e sulla competenza. La richiesta di condanna è un insulto alla cultura”.