Roma, 1 feb – La storia delle foibe raccontata meglio e con maggiore diffusione nelle scuole. Il testo della risoluzione presentata alla Camera si occupa di questo. Sarebbe un approccio positivo da parte di un esecutivo che, con grande delusione di molti, non ha organizzato praticamente nulla per lo scorso 4 novembre (un tema diverso, ma ugualmente fondamentale per la formazione delle generazioni di giovani).

Foibe, la storia da raccontare meglio nelle scuole

Al “Giorno del Ricordo” mancano dieci giorni scarsi. Il prossimo 10 febbraio, comunque, potrebbe costituire un avanzamento nella diffusione – a livello di coscienza nazionale – della storia drammatica delle foibe, oltre che del dramma generale vissuto dagli italiani d’Istria, di Fiume e della Dalmazia al termine del secondo conflitto mondiale. La Commissione Istruzione della Camera ha votato favorevolmente una risoluzione presentata dal gruppo di FdI, con firmatario Alessandro Amorese. Tutti d’accordo, tranne che il rappresentante di Alleanza Verdi e Sinistra.

L’obiettivo della risoluzione è quello di incrementare, sulle foibe, le iniziative nelle scuole (e non solo) per aumentare la consapevolezza della storia tragica da esse narrata. Sono previsti seminari e incontri negli istituti con i ragazzi, ma soprattutto si parla di diffusione di opere cinematografiche, teatrali e letterarie. L’idea è quella di coinvolgere ancora di più comuni e regioni, anche tramite l’ausilio di un “Treno del ricordo”, ovvero una mostra itinerante che raggiunga più città possibili.

Dopo le iniziative nulle del 4 novembre

Il governo, insediato da appena qualche settimana, poco o nulla ha fatto per rilanciare la giornata della Vittoria nella Grande Guerra, ovvero il 4 novembre scorso. Un fatto che non è passato inosservato a chi, come noi, si rende conto dell’importanza assoluta di quella data. Da questo punto di vista, il rilancio del Giorno del ricordo rappresenta sicuramente una espressione di vitalità, la quale dovrà però essere confermata dai fatti, oltre che dalle parole e dalle iniziative annunciate. Ma il rilancio di una coscienza nazionale non passa esclusivamente attraverso il ricordo le tragedie subite, ma anche attraverso quello – ugualmente essenziale – dei momenti di affermazione e di gloria (pur nella inevitabile sofferenza derivata da una guerra). Ecco perché è lecito attendersi, nei prossimi anni, un risveglio celebrativo e commemorativo anche su altri periodi storici com quello intercorso tra il 1915 e il 1918.

Alberto Celletti

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