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Perché la Juventus è stata penalizzata di 15 punti: la condanna 'solitaria', pagano solo i bianconeri – Il Riformista

La stangata al club e le ragioni della Corte

Redazione — 21 Gennaio 2023

Foto LaPresse – Marco Alpozzi 15 Dicembre 2018 Torino, Italia  Sport Calcio ESCLUSIVA TORINO FC Torino vs Juventus – Campionato di calcio Serie A TIM 2018/2019 – stadio Olimpico Grande Torino. Nella foto: Paratici, Nedved, Agnelli  Photo LaPresse – Marco Alpozzi December 15, 2018 Turin, Italy sport soccer EXCLUSIVE TORINO FC Torino vs Juventus  – Italian Football Championship League A TIM 2018/2019 – Olimpico Grande Torino stadium. In the pic: Paratici, Nedved, Agnelli
Foto LaPresse – Marco Alpozzi 15 Dicembre 2018 Torino, Italia Sport Calcio ESCLUSIVA TORINO FC Torino vs Juventus – Campionato di calcio Serie A TIM 2018/2019 – stadio Olimpico Grande Torino. Nella foto: Paratici, Nedved, Agnelli Photo LaPresse – Marco Alpozzi December 15, 2018 Turin, Italy sport soccer EXCLUSIVE TORINO FC Torino vs Juventus – Italian Football Championship League A TIM 2018/2019 – Olimpico Grande Torino stadium. In the pic: Paratici, Nedved, Agnelli

È la domanda onnipresente sui social, dove migliaia di tifosi bianconeri non fanno altro che chiedersi: perché la Juventus è stata l’unica società condannata dalla giustizia sportiva? Perché gli altri otto club ‘alla sbarra’ (Sampdoria, Empoli, Genoa, Pisa, Pescara, Parma, Pro Vercelli e il vecchio Novara) non hanno subito analoghe punizioni per la vicenda delle false plusvalenze?

La vicenda è quella emersa venerdì sera, con la penalizzazione di 15 punti del club di Torino della famiglia Agnelli decisa dalla Corte d’Appello Federale accogliendo e superando (la richiesta era di 9 punti di penalizzazione) l’istanza per la revocazione, dopo la raffica di proscioglimenti dello scorso aprile, presentata dalla procura sportiva.

Sanzioni che hanno colpito solo i bianconeri e i suoi ormai ex dirigenti, col proscioglimento per tutti gli altri coinvolti nella prima inchiesta. Oltre ai 15 punti di penalizzazione in campionato la Corte d’Appello Federale ha inflitto pene pesanti anche per i dirigenti bianconeri: 2 anni e mezzo a Fabio Paratici, 2 anni ad Andrea Agnelli e Maurizio Arrivabene, 1 anno e 4 mesi a Federico Cherubini e 8 mesi a Pavel Nedved.

Eppure il procuratore federale Giuseppe Chinè aveva chiesto per i dirigenti e le altre otto società del processo di cui aveva chiesto la riapertura, la conferma delle richieste formulate in primo e secondo grado e bocciate dai giudici.

Ma perché si è arrivati a questo? Le motivazioni ufficiali della decisione verranno rese note solamente in futuro, nei prossimi 10 giorni, ma già oggi si può provare a fare chiarezza sul processo sportivo arrivato come una stangata per la Juventus.

La parola chiave emerge in una parola, ovvero “sistema”, come evidenzia oggi la Gazzetta dello Sport. I giudici sportivi, grazie anche al materiale emerso dall’indagine ‘Prisma’ sul club bianconero (l’indagine per falso in bilancio della Procura di Torino che ha portato lo scorso 28 novembre alle dimissioni dell’intero Cda della Juventus), in particolare le intercettazioni tra i vari dirigenti juventini, configuravano un deliberato e ripetuto tentativo di eludere le norme.

Due in particolare le telefonate che inchioderebbero i dirigenti bianconeri. La prima è quella avvenuta tra Andrea Agnelli e John Elkan (6 settembre 2021) in cui il presidente bianconero dice chiaramente: “Abbiamo fatto un ricorso eccessivo allo strumento delle plusvalenze. Se ti crolla il mercato, ti crolla il mercato, questo è un dato di fatto“.

E quella (3 settembre 2021) tra Maurizio Arrivabene e lo stesso Agnelli in cui il primo spiega che “l’aumento di capitale non è servito ad andare sul mercato, ma a coprire una situazione estremamente negativa dal punto di vista finanziario“, mentre il secondo chiarisce che “non è solo il Covid e questo lo sappiamo bene, perché noi abbiamo due elementi fondamentali: da un lato il Covid, ma dall’altro abbiamo ingolfato la macchina con ammortamenti ma soprattutto la mer… perché è tutta la mer.. che sta sotto, che non si può dire“.

Al centro dello processo e della conseguente stangata non sono finite le singole plusvalenze, ma il “sistema” che la Juventus avrebbe utilizzato per aggira le norme, atteggiamento che per la Corte d’Appello Federale rientra nell’articolo numero 4 del Codice di Giustizia Sportiva, quello sulla “mancata lealtà”.

Non a caso una delle chiavi del processo bis sia stato il “libro nero” dell’ex dirigente bianconero Fabio Paratici (ora al Tottenham in Inghilterra): i giudici della Corte Federale, presieduta da Mario Luigi Torsello, sarebbero rimasti impressionati in particolare dall’uso delle X “senza alcun riferimento tecnico e senza alcun metodo”.

Insomma, un “sistema” appunto che distanzierebbe il club di Torino dagli altri coinvolti nell’inchiesta: società che, va detto, non possono ancora sentirsi tranquille in quanto quello di ieri è solo il primo passo di una indagine che si allargherà ad altri processi.

La Juve è terza in campionato insieme all’Inter con 37 punti: con la penalizzazione scivola a 22 punti. Scontato il ricorso della società della famiglia Agnelli: la Juventus avrà un mese di tempo per ricorrere al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni. Collegio però non ha la possibilità di diminuire l’entità della sanzione, potrà solo confermare o cancellare il verdetto della Corte Federale.

Redazione

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