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Per il Pg Riello nessun abuso su intercettazioni, ma nel 2022 a Napoli 19mila spiati dalla Procura… – Il Riformista

Il Procuratore generare di Napoli dimentica i numeri, ma la matematica non è un’opinione

Francesca Sabella — 27 Gennaio 2023

Per il Pg Riello nessun abuso su intercettazioni, ma nel 2022 a Napoli 19mila spiati dalla Procura…

La Procura che si trasforma in Grande Fratello e ascolta, spia, trascrive la vita privata dei cittadini. E spesso non potrebbe farlo perché non ci sono quei gravi indizi che portano a pensare che si stia commettendo un reato e che sono necessari per origliare le conversazioni di un cittadino. “Intercettazioni”. Potrebbe chiamarsi anche così il romanzo 1984 di George Orwell. E l’abuso di questo mezzo investigativo che pare essere l’unico per scoprire reati è al centro del dibattito e sul tavolo del Governo. E alla vigilia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ne ha parlato anche il procuratore di Napoli Luigi Riello: “Per quanto riguarda l’abuso o il ricorso eccessivo a questo strumento, – ha sottolineato il procuratore generale di Napoli – non mi risulta a livello di questo distretto che si sia fatto un uso eccessivo di questo strumento di indagine”.

In realtà i numeri dicono altro e raccontano di un uso indiscriminato delle intercettazioni. Secondo i dati raccolti dalla Direzione generale di statistica del Ministero della Giustizia nel 2021 il totale delle spese per le intercettazioni sostenute in un anno dagli uffici giudiziari del distretto di Napoli è di 15 milioni e mezzo di euro. 15 milioni! La voce intercettazioni è infatti quella più onerosa tra le varie spese sostenute dagli uffici giudiziari. Il dato accomuna tutti i più grandi distretti giudiziari d’Italia, segno che le indagini delle Procure e le intercettazioni sono un binomio quasi inscindibile: a Roma intercettare costa in un anno 13 milioni e mezzo di euro, a Milano 10 milioni. Vogliamo dare un altro numero? Marzo 2022: ci sono quasi 19mila persone (18.581 per la precisione) sotto intercettazione. Sarà stato indispensabile spiarle tutte… No. Il 60% di queste inchieste si è risolto con l’archiviazione o l’assoluzione. Nel 2021 la Procura di Napoli ha avanzato 13.909 richieste di proroga delle intercettazioni e 4.672 richieste di autorizzazione a disporre.

Numeri che indicano un trend in crescita rispetto al passato, se si considera che sono state poco più di 10mila le richieste di proroga tra il 2019 e il 2020 e poco più di 2mila le richieste di autorizzazione a disporre. Intercettati, spiati, spesso sputtanati su tutti i giornali e poi assolti dopo gogna e migliaia di euro spesi per difendersi nei processi. Lo dicono ancora una volta i numeri: Secondo il bilancio dell’anno 2021, il 77% dei procedimenti si è concluso con un decreto di archiviazione, il 6% con una sentenza di rito alternativo, il 2% con un decreto di condanna esecutivo, il 15% con un rinvio a giudizio. Serve veramente intercettare così tanto e così tante persone? Perché poi l’altro problema riguarda le intercettazioni a strascico. E c’è anche un problema di legittimità delle intercettazioni. O meglio c’è un “escamotage” che i Pm spesso usano per avere l’autorizzazione a intercettare: l’articolo 7, aggravante del metodo mafioso e così via con pagine e pagine di telefonate e conversazioni trascritte nero su bianco. Servono ai fini processuali? Spesso no. C’era davvero un reato? Di nuovo, spesso no. Perché ciò che dovrebbe cambiare è l’approccio dei pubblici ministeri: si indaga sui reati, non sui soggetti per vedere se forse scopro un reato.

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Nata a Napoli il 28 settembre 1992, affascinata dal potere delle parole ha deciso, non senza incidenti di percorso, che sarebbero diventate il suo lavoro. Giornalista pubblicista segue con interesse i cambiamenti della città e i suoi protagonisti.

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