Il caso dell’attore morto a Roma
Vito Califano — 10 Gennaio 2023
La Procura di Genova ha aperto un’indagine per circonvenzione di incapace e peculato: è soltanto l’ultimo capitolo della vicenda di Paolo Calissano, l’attore morto il 29 dicembre 2021 a Roma causa di un’intossicazione da farmaci antidepressivi. A riportare la notizia il quotidiano Il Secolo XIX. Si parla di 70mila euro. A essere indagato l’ex amministratore di sostegno di Calissano. Procede la Guardia di Finanza.
Era il 2006 quando il tribunale di nominò Minna amministratore di sostegno dell’attore. Calissano, che aveva avuto il suo picco di popolarità negli anni ’90 grazie a film e serie tv, era caduto in depressione dopo che nella sua casa a Genova venne ritrovata morta, a causa di overdose da cocaina, la ballerina brasiliana Ana Lucia Bandeira Bezerra, 31 anni. L’attore patteggiò quattro anni ed entrò in comunità. Era il 2005. L’inchiesta sulla morte era stata chiusa con una richiesta di archiviazione.
A presentare un primo esposto in cui si ipotizzava il peculato sono stati i familiari dell’attore. Quando a dicembre la procura di Roma ha chiuso le indagini sulla morte, è stata integrata la circonvenzione di incapace. Il fascicolo è in mano al pubblico ministero genovese Francesco Cardona Albini e all’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati.
L’inchiesta sta indagando per chiarire il ruolo di Calissano in un paio di società, come la Autopark V maggio srl, finita in liquidazione. Secondo i finanzieri nel 2019 una decina di bonifici da un conto intestato a Calissano erano partiti con causali indicanti rimborsi spese e finanziamenti della Autoparco. Pagamenti per un totale di 70mila euro. “Se i parenti hanno mosso delle contestazioni nei miei confronti replicherà a queste nelle sedi opportune”, ha dichiarato al Secolo l’avvocato. Minna, anche avvocato di Calissano per quindici anni, è assistito dai colleghi Maurizio Mascia ed Enrico Scopesi.
L’attore è stato trovato morto nel suo appartamento della Balduina, a Roma, il 30 dicembre 2021, aveva 54 anni. Secondo gli inquirenti per un’intossicazione da farmaci antidepressivi. “Il pm che ha indagato per undici mesi sulla sua morte aveva disposto un esame tossicologico molto approfondito. La conclusione è stata che mio fratello non è morto a causa di stupefacenti, ma per un’intossicazione da farmaci antidepressivi”, ha raccontato il fratello dell’attore Roberto Calissano in un’intervista a Il Corriere della Sera, lo scorso dicembre, in cui riconosceva la probabilità del suicidio. “Mai avrei pensato di dirlo, ma credo sia andata così. È molto doloroso per me ammetterlo”.
Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.
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