Roma, 31 gen – L’emergenza scoppiata nelle scorse ore, in Australia, si potrebbe riassumere con il vecchio proverbio “come cercare un ago in un pagliaio”. Il problema però, è che al posto dell’ago vi è un oggetto altrettanto piccolo ma con un potenziale mortale davvero pericolosissimo. Il gigante minerario Rio Tinto si è scusato per aver perso una minuscola capsula radioattiva, scomparsa mentre veniva trasportata attraverso l’Australia occidentale. E’ attualmente in corso una caccia di emergenza, lungo un percorso di ben 1.400 km, per il dispositivo che misura all’incirca le dimensioni di un pisello. La capsula contiene una piccola quantità di Cesio-137 radioattivo, che potrebbe causare gravi malattie a chiunque ne venga a contatto. Ciò potrebbe includere danni alla pelle, ustioni o malattia da radiazioni.

Come cercare un ago in un pagliaio

I servizi di emergenza stanno cercando il dispositivo utilizzando rilevatori di radiazioni e altre apparecchiature specializzate, affermando incredibilmente che le possibilità di trovare il minuscolo dispositivo sono “abbastanza buone”. Il Dipartimento australiano per i vigili del fuoco e i servizi di emergenza però è di tutt’altro avviso, sostenendo che la capsula d’argento, con diametro di soli 6 mm e una lunghezza di 8 mm, è talmente piccola che avrebbe potuto incastrarsi nella gomma di un qualsiasi veicolo cdi passaggio lungo la strada. C’è poi anche il rischio che il minuscolo oggetto potrebbe essere trovato da chiunque ed essere conservato come souvenir (mortale). Le autorità sottolineano che tenere la capsula potrebbe provocare ustioni da radiazioni, mentre l’esposizione a lungo termine potrebbe causare il cancro.

Un errore che potrebbe risultare fatale

Rio Tinto, che ha grandi operazioni minerarie in Australia e che negli ultimi anni è stata oggetto di una serie di polemiche, si è detta dispiaciuta per l’allarme causato dal proprio operato, avviando indagini interne su quanto accaduto.Il dispositivo smarrito fa parte di un misuratore di densità, comune nell’industria mineraria. Veniva utilizzato nella miniera Gudai-Darri, nella remota regione di Kimberley. Il misuratore veniva trasportato da una società in subappalto, che lo ha prelevato dal sito della miniera, lo scorso 12 gennaio, per spostarlo in un deposito nella periferia nord-est di Perth. Quando è stato disimballato per l’ispezione il 25 gennaio, l’indicatore è stato trovato rotto e la capsula radioattiva era sparita. Mancava anche uno dei quattro bulloni e viti di montaggio. Sembra la trama di un qualche film di fantascienza distopico, ma invece è l’assurda realtà in questi schizofrenici anni in cui stiamo vivendo.

1.400 km di ricerche

Le autorità hanno affermato che le vibrazioni durante il trasporto potrebbero aver causato l’allentamento dei bulloni, consentendo alla capsula di cadere attraverso le fessure nell’involucro e nel camion. L’area interessata dalle ricerche è enorme, lunga quasi quanto la lunghezza d’Italia, da nord a sud. Apparecchiature specializzate per il rilevamento delle radiazioni sono state installate sui veicoli di pattuglia che ne copriranno la lunghezza. Per cinque giorni viaggeranno in entrambe le direzioni lungo la Great Northern Highway, a una velocità di circa 50 km/h, per setacciare “al meglio” l’intero territorio da indagare.

Andrea Bonazza

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