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Movimenti navali nel Mar Nero: perché la Russia sposta tre sommergibili e una nave anfibia

Nella mattina dell’11 gennaio si è assistito a un’insolita attività navale russa nel Mar Nero. Risulta infatti che tre sottomarini della classe Kilo migliorata (o Project 636.3) e una nave da assalto anfibio classe Ivan Gren (o Project 11711) abbiano lasciato insieme la base di Novorossiysk, nell’oblast di Krasnodar, sul Mar Nero.

Come riportato da Naval News, sembra che le quattro maggiori unità siano accompagnate da altre più piccole non combattenti, in una manovra che ha destato allarme nei comandi ucraini, in quanto potrebbe essere propedeutica a un attacco.

Come sappiamo, dopo gli attacchi al porto di Sebastopoli, sede della Flotta Russa del Mar Nero, Mosca ha optato per spostare i sottomarini della classe Kilo a Novorossiysk, in quanto rappresentano gli assetti più pregiati rimasti in quello specchio d’acqua dopo l’affondamento dell’incrociatore “Moskva” della classe Slava.

I Kilo migliorati, infatti, sono in grado di lanciare i missili da crociera “Kalibr”, che sono stati ampiamente usati durante tutta la campagna bellica in Ucraina per colpire obiettivi di alto valore o che necessitavano di una particolare precisione.

Dal porto di Novorossiysk partono le navi che riforniscono la Crimea, tra cui anche la Pyotr Morgunov che è salpata nella mattina dell’11 insieme ai tre sottomarini: l’attacco al ponte sullo Stretto di Kerch, sebbene non abbia completamente tagliato i collegamenti tra la Crimea e la Federazione Russa, ha fortemente decurtato la capacità di trasporto rendendo necessario trovare altre modalità, come appunto il servizio marittimo e le linee terrestri, che però, soprattutto nel tratto terminale, possono venire colpite dall’artiglieria a razzo dell’esercito ucraino per via della perdita della regione di Kherson a ovest del fiume Dnepr.

La contemporanea uscita della Pyotr Morgunov insieme ai tre Kilo, potrebbe significare che la nave da assalto anfibio possa venire impiegata con compiti di supporto per i tre sottomarini, il che farebbe pensare o a l’inizio di un’esercitazione relativamente di vasta portata, oppure a una missione di combattimento particolarmente lunga.

D’altro canto è anche possibile che l’uscita repentina di tali e tante unità navali, possa essere stata effettuata in risposta a una possibile minaccia ucraina: Kiev, come accennato, ha già dimostrato di poter colpire la base navale di Sebastopoli con Uav (Unmanned Air Vehicle) e Usv (Unmanned Surface Vehicle), e sebbene Novorossiysk attualmente sia stata oggetto di attacco solo da parte di Usv, non è nemmeno da escludere, viste le recenti operazioni in profondità sugli aeroporti russi – come alla base aerea di Engels – che hanno visto protagonisti gli Uav ucraini, che possa esserci anche questo tipo di minaccia. Un drone navale di superficie, lo ricordiamo, ha colpito Novorossiysk il 18 novembre scorso causando danni limitati, ma dimostrando che la base navale è nel raggio d’azione di questi sistemi.

Riteniamo che la minaccia degli Uav sia la più plausibile, stante sia l’uscita in mare in massa delle navi da guerra russe, sia i precedenti attacchi agli aeroporti già citati, e soprattutto considerando che gli attacchi di Usv hanno avuto come risultato il rafforzamento delle difese marittime delle basi navali russe, compresa quella di Novorossiysk.

Resta comunque la possibilità, come già accennato, che le unità da guerra siano salpate per condurre operazioni offensive: un simile comportamento si è notato anche in alcuni precedenti attacchi missilistici. Però la presenza dell’unità da assalto anfibio è inusuale, in quanto nelle precedenti azioni di questo tipo non si è mai notata.

Da scartare invece la possibilità di uno sbarco: le forze anfibie russe, in questo momento, sono menomate sia dalla perdita di almeno una unità della classe Ropucha e di una della classe Alligator (andate perse durante l’esplosione al porto di Berdyansk dello scorso marzo), sia perché la Fanteria di Marina russa è stata impiegata – fatto salvo per una piccola operazione anfibia a inizio conflitto nella zona di Mariupol – per operazioni terrestri, quindi ha subito un importante logorio, ma soprattutto non può essere distolta dai suoi attuali compiti. Un assalto anfibio dietro la linea del fronte, magari subito a Ovest del fiume Dnepr per poter cercare di recuperare il terreno perso a settembre, ci sembra molto poco probabile, mentre invece un possibile sbarco ancora più a ovest, oltre Odessa, per cercare di raggiungere la Transnistria, la regione filorussa della Moldavia autoproclamatasi autonoma, ci sembra impossibile. Per un’operazione di questo tipo, inoltre, la scorta affidata solamente ai sottomarini non è sufficiente.

Non è da escludere che la Pyotr Morgunov stia trasportando un carico speciale a Sebastopoli, oppure funga da nave appoggio per un’operazione di forze speciali, ma in questo momento è presto per trarre conclusioni.

Se dovessimo azzardare quale, tra le ipotesi indicate, risulta la più verosimile, propenderemmo per l’uscita in mare per evitare un probabile attacco ucraino, ma non è nemmeno da scartare la possibilità che i Kilo, nei prossimi giorni, entrino in azione lanciando i missili da crociera. Proprio il tempo, e l’osservazione delle unità navali, ci permetterà di rispondere a questi interrogativi.

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