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L'odissea dell'avvocato Pagliani, carcere, gogna e… assoluzione dopo 8 anni: “Il pm e i rapporti col Pd” – Il Riformista

“Qualsiasi altra persona sarebbe rimasta schiacciata da questa vicenda”

Paolo Comi — 5 Febbraio 2023

L’odissea dell’avvocato Pagliani, carcere, gogna e… assoluzione dopo 8 anni: “Il pm e i rapporti col Pd”

“Qualsiasi altra persona sarebbe rimasta schiacciata da questa vicenda. Se oggi invece posso raccontarla è perché ho avuto i mezzi per difendermi e per dimostrare la mia assoluta innocenza”, afferma l’avvocato reggiano Giuseppe Pagliani, arrestato nel 2015 nella maxi inchiesta ‘Aemilia’ condotta dalla Dda di Bologna. Dopo 22 giorni trascorsi in carcere, e quasi otto anni di processi, Pagliani è stato assolto dall’accusa di concorso esterno per associazione mafiosa perché il fatto non sussiste. Il mese scorso gli è stato riconosciuto un risarcimento di 9200 euro. Tutti devoluti in beneficienza.

Avvocato, torniamo a quel 28 gennaio del 2015.
Si. Venni arrestato all’alba come il peggiore dei criminali. Nel mirino degli inquirenti vi era la cosca di ’ndrangheta dominata dal clan Grande Aracri di Cutro, in provincia di Crotone.

All’epoca lei era coordinatore locale del Pdl e capogruppo presso il Consiglio provinciale di Reggio Emilia.
Insieme al collega di partito Giovanni Paolo Bernini di Parma siamo stati gli unici politici coinvolti.

È la prima grande anomalia dell’inchiesta.
Certo. Il centro destra a Reggio Emilia è sempre stato dal 1945 perennemente all’opposizione. Nessuno ha mai potuto firmare una concessione edilizia né conferire un appalto piccolo o milionario.

Nonostante fosse stato escluso dalla ’stanza dei bottoni’, gli investigatori l’accusavano di avere rapporti di affari con gli esponenti del clan calabrese.
Io personalmente ho solo fatto il mio di consigliere di minoranza, puntando il dito nella piaga nel marciume affaristico all’ombra del centrosinistra. E neppure ero andato a cercare voti a Cutro, a differenza di altri politici di Reggio Emilia.

Che ripercussione ebbe questa indagine?
L’attività principale del mio studio legale è la consulenza commerciale e societaria che, in premessa, necessita di un rapporto preferenziale e di piena fiducia con gli imprenditori, i colleghi, e gli istituti di credito. Grazie al cielo, data l’inconsistenza della gravissima accusa che mi era stata attribuita, la credibilità della stessa non ha minimamente intaccato o condizionato la mia attività. Le accuse infamanti che quotidianamente comparivano sui giornali mi avrebbero obbligato a dover giustificare ad ogni incontro quotidiano con aziende ed imprenditori piccoli e grandi le eclatanti argomentazioni contenute nei numerosi articoli di stampa. Ebbene a differenza di ciò che credevo, nessuno mai dubitato della mia innocenza.

Le indagini erano state condotte dal pm Marco Mescolini, poi promosso da Luca Palamara procuratore di Reggio Emilia.
Il dottor Mescolini ed i suoi colleghi dell’accusa mi hanno fatto perdere sette anni e mezzo di vita, con sofferenze famigliari incredibili, costi economici folli ed obbligandomi a correre da un tribunale all’altro, tranciandomi di netto senza alcun motivo un percorso di appassionato esponente della politica locale, il cui futuro mi vedeva in corsa per incarichi di prestigio a livello nazionale. Io da sempre rimarco che le ingiustizie compiute ed i danni subiti da questo vero e proprio accanimento sono molteplici. Ricordo solo che Mescolini in udienza aveva chiesto per me una condanna a 18 anni di reclusione dopo che il tribunale del riesame aveva annullato l’iniziale ordinanza di custodia cautelare.

Mescolini nel 2021 è stato poi rimosso dal Csm e trasferito a Firenze come sostituto.
“Il clamore mediatico ha investito anche fatti occorsi quando il dottor Mescolini era pubblico ministero presso la Dda di Bologna essendo stata tratteggiata la figura di un magistrato che ha a cuore le sorti degli esponenti locali del Partito democratico”. Lo disse Nino Di Matteo.

Parole pesanti.
Il Csm accertò che Mescolini avesse chiesto ai suoi sostituti di non iscrivere nel registro degli indagati il sindaco di Reggio Emilia, e come avesse imposto il rinvio delle perquisizioni in Municipio per “non influenzare” le elezioni comunali del giugno 2019: infatti le perquisizioni erano avvenute quattro giorni dopo la conferma del sindaco Luca Vecchi.

Bernini, anch’egli assolto da ogni accusa, ha chiesto che vengano riaperte le indagini di Aemilia e si faccia luce sugli esponenti del Pd emiliano, mai sfiorati dall’inchiesta. Questa settimana ha avuto un incontro con il procuratore di Bologna Gimmi Amato.
Non penso sia possibile, è passato troppo tempo. Però, chissà…

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