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Le armi nucleari tattiche russe dispiegate al confine tra Bielorussia e Polonia: Putin si 'avvicina' ai Paesi Nato dell'est Europa – Il Riformista

Varsavia risponde con i Mig-29 a Kiev

Carmine Di Niro — 3 Aprile 2023

Le armi nucleari tattiche russe dispiegate al confine tra Bielorussia e Polonia: Putin si ‘avvicina’ ai Paesi Nato dell’est Europa

La Russia di Vladimir Putin conferma il progetto di collare armi nucleari tattiche sul territorio della vicina e alleata Bielorussia. A ribadirlo è stato l’ambasciatore di Mosca a Minsk, Boris Gryzlov, che ha specificato come le armi verranno dispiegate al confine con la Polonia, il Paese che in Europa si è mostrato il più forte alleato dell’Ucraina in questi oltre 13 mesi di guerra.

Gryzlov ha spiegato in un discorso trasmesso domenica dalla televisione di Stato bielorussa che i bunker necessari per immagazzinare le armi dovrebbero essere pronti entro il primo luglio e che “questo avverrà nonostante il clamore in Europa e negli Stati Uniti” che la decisione ha suscitato.

Dovrebbe esserci una certa parità – ha detto Gryzlov, come riferisce l’AdnKronos – Se parliamo del dispiegamento di armi nucleari statunitensi in Europa, allora dobbiamo adottare misure che aumenteranno la sicurezza dei nostri stati alleati (come appunto la Bielorussia dell’autocrate Lukashenko)”, parte del territorio dello Stato dell’Unione, un territorio legalizzato, ha sottolineato l’ambasciatore, a differenza dei territori dei Paesi in cui gli Stati Uniti piazzano le loro armi nucleari e che “sono solo Paesi marionette“.

La Bielorussia, come ricorda LaPresse, condivide un confine di 1.250 chilometri con i membri della Nato Lettonia, Lituania e Polonia. Le armi nucleari tattiche, che hanno lo scopo di distruggere truppe e armi nemiche sul campo di battaglia, hanno un raggio d’azione relativamente breve e un rendimento molto più basso rispetto alle testate nucleari montate sui missili strategici a lungo raggio, che sono in grado di distruggere intere città. Il dispiegamento di armi nucleari tattiche russe in Bielorussia le avvicinerebbe a potenziali obiettivi in Ucraina e ai membri della Nato nell’Europa orientale e centrale.

Intanto proprio la Polonia che si vede minacciata dalle armi nucleari tattiche russe ai suoi confini, ha consegnato i primi aerei caccia Mig-29 all’Ucraina. A comunicarlo è stato il capo dell’Ufficio per la politica internazionale del presidente della Polonia, Marcin Przydacz, mentre mercoledì è prevista una visita ufficiale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Varsavia per rinsaldare l’alleanza tra i due Paesi.

A proposito dell’iniziativa russa in Bielorussia, e del messaggio a sorpresa del numero uno di Minsk Alexander Lukashenko di chiedere in un messaggio al Parlamento una “tregua immediata” tra le parti con congelamento delle posizioni, sabato al Riformista il direttore di Domino Dario Fabbri aveva analizzato così la mossa dell’autocrate bielorusso e grande alleato di Putin.

Vi sono, a mio avviso, due possibili chiavi di lettura – spiegava Fabbri nel colloquio con Umberto De Giovannangeli – . O Lukashenko si è mosso deliberatamente invocando una tregua per far vedere che lui ha un margine di manovra esterno a Putin, peraltro nei giorni successivi al trasferimento annunciato di armi nucleari tattiche russe proprio in Bielorussia. Per “smarcarsi” o per lo meno per mostrarsi più indipendente di quanto in realtà non sia, invoca una tregua senza peraltro precondizioni. Oppure, e questo sarebbe più rilevante, può essere che faccia il poliziotto buono proprio di Putin, nella consapevolezza russa che lo stallo di cui ho parlato in precedenza è difficilmente risolvibile, e allora si propone una sorta di tregua che possa cristallizzare le posizioni raggiunte in questo momento. Se fosse solo una iniziativa di Lukashenko, tanto per dire noi non siamo degli ascari del Cremlino ma tifiamo per la pace, avrebbe un valore pressoché nullo. Altra cosa, e questo va tutto verificato, se fa la voce buona di Putin. Resta che il Cremlino ha affermato che l’operazione speciale continua”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia

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