Con la visita di Lavrov la Turchia vuole confermarsi come paciere nel conflitto, con il rinnovo dell’accordo del grano come dossier più pressante. Intanto Lukashenko va da Putin a parlare, non in pubblico, di armi nucleari in Bielorussia e di improbabili cessate il fuoco

Il ministro degli Esteri russo Lavrov è in Turchia in una visita di due giorni con l’omologo Cavusoglu per discutere del conflitto in Ucraina, della cooperazione energetica e, soprattutto, dell’accordo sul transito del grano dal Mar Nero, mentre Ankara si propone come mediatore nella guerra.

Citato da Reuters, il ministero degli Esteri russo ha comunicato che Lavrov e Cavusoglu parleranno della “situazione ucraina” e di una “ampia serie di questioni regionali e internazionali”. “I ministri discuteranno i princìpi e i mezzi per una risoluzione pacifica del conflitto, cosa possibile se Kyiv prenderà in considerazione gli interessi e le preoccupazioni russe”, si legge nella nota.

In particolare, è interessante che Mosca si dica aperta a negoziati se l’Ucraina riconoscerà le “nuove realtà” del conflitto. Tradotto: Crimea e Donbass dovranno restare in mano russa. Zelensky ha commentato dicendo che nessun cessate il fuoco verrà negoziato finché le truppe del Cremlino non avranno lasciato ogni centimetro di territorio ucraino.

La Turchia continua a mostrarsi come potenziale intermediario tra Kyiv e Mosca raccontando l’iniziativa del grano come grande risultato di mediazione (l’unico probabilmente) di un attore esterno dall’inizio del conflitto. L’accordo in effetti ha mitigato, anche se relativamente, le crisi alimentari nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, i più esposti alle esportazioni di cereali ucraini. La Russia ha dichiarato il mese scorso di voler prorogare l’accordo di soli 60 giorni, mentre Turchia, Ucraina e Onu spingono per altri 120 giorni.

Rimane nell’aria la voce, lanciata da Erdogan, secondo cui Vladimir Putin dovrebbe visitare la Turchia in aprile per l’inaugurazione di una centrale nucleare di costruzione russa. Il Cremlino ha però detto che non ci sono piani di visita al momento.

Intanto mercoledì il presidente russo ha accolto l’omologo bielorusso Lukashenko a Mosca per due giorni di colloqui. Due settimane fa Putin ha parlato di installare armi nucleari sul suolo bielorusso, mentre la scorsa settimana Lukashenko aveva proposto un cessate il fuoco immediato che possa congelare la situazione sul campo per “evitare la catastrofe”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva detto che i due avrebbero discusso anche di questo, anche se – in pubblico – nessuno dei due leader ha parlato della guerra.