Roma, 31 mar – Le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa, pronunciate durante un’intervista a Terraverso, podcast del quotidiano Libero, hanno suscitato l’indignazione dell’Anpi e di tutta quanta la sinistra. La seconda carica dello Stato si è espressa in merito all’efferata strage di Via Rasella a Roma, attentato compiuto il 23 marzo 1944 dai Gruppi di Azione Patriottica (GAP), unità partigiane del Partito Comunista Italiano, che uccisero con un ordigno esplosivo improvvisato 35 persone e ne ferirono altre 64. 

Le parole di Ignazio La Russa

La Russa ha così commentato: “Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia su cittadini romani, antifascisti e non”. L’esternazione del presidente del Senato risponde alle critiche piovute sul presidente del Consiglio Giorgia Meloni in seguito alle sue parole circa l’eccidio delle Fosse Ardeatine, specificando come le vittime furono “massacrati solo perché italiani”. Parole che hanno subito fatto scattare denunce di revisionismo da parte di tutta la sinistra.

Per l’Anpi parole indegne

Il presidente La Russa è stato prontamente attaccato dagli onnipresenti nuovi partigiani dell’Anpi, i quali hanno tuonato: “Le parole di La Russa sono semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo tesa ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza“. Secondo il presidente nazionale dell’associazione, Gianfranco Pagliarulo, “Via Rasella, pubblicamente elogiata dai comandi angloamericani, fu la più importante azione di guerra realizzata in una capitale europea. Dopo la presidente del Consiglio, anche il presidente del Senato fa finta di ignorare che non furono i soli nazisti a organizzare il massacro delle Fosse Ardeatine, perché ebbero il fondamentale supporto di autorità fasciste italiane”. I soliti piagnistei di chi ormai deve trovare un reale scopo al quale attaccarsi per giustificare ancora la propria esistenza.

Andrea Grieco

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