la-battaglia-a-distanza-tra-prigozhin-e-zelensky:-cosi-bakhmut-decide-la-guerra

La battaglia a distanza tra Prigozhin e Zelensky: così Bakhmut decide la guerra

A Bakhmut due eserciti si stanno annientando a vicenda. Nella battaglia ormai simbolo della nuova fase della guerra in Ucraina, il controllo della città che un tempo contava circa 70mila abitanti è conteso tra i difensori di Kiev e le forze del gruppo Wagner fedeli alla Russia. Il fondatore della compagnia di mercenari, Evgeny Prigozhin, pubblica con cadenza quotidiana aggiornamenti dal fronte più caldo del conflitto. Qui gli scontri sono iniziati 7 mesi fa, ma a partire da gennaio i combattimenti in trincea si sono intensificati dopo la richiesta fatta dal presidente russo al suo esercito: conquistare il Donbass entro marzo. L’obiettivo ormai è fallito, eppure se c’è una località dove i russi possono ancora sperare di ottenere una vittoria perlomeno tattica – a un prezzo salatissimo, va detto – quella località è Bakhmut. Il flusso di rinforzi e rifornimenti da parte ucraina non si è mai interrotto, malgrado i violenti attacchi da est e in periferia.



Cosa ha detto Prigozhin

Nel suo ultimo messaggio vocale pubblicato su Telegram, Prigozhin afferma che nella battaglia di Bakhmut l’esercito ucraino è stato “praticamente distrutto“, ma avverte che anche i suoi sono usciti “un po’ malconci“, ricordando la presenza, tra le forze pro-Kiev, di soldati stranieri. “Se oggi si combattono due potenze, l’Ucraina con tutto l’Occidente da un lato e la Russia con un piccolo numero di alleati, allora la battaglia della Wagner contro le forze armate dell’Ucraina con unità straniere installate al suo interno, che la Wagner vincerà, è la più grande svolta in questa guerra e in tutta la storia moderna”, ha risposto Prigozhin con toni piuttosto trionfalistici alla domanda di un giornalista sulla promessa fatta da Volodymyr Zelensky di proteggere a oltranza Bakhmut. Intanto l’impianto metallurgico Azom è stato parzialmente conquistato dai militari filo-russi, dopo aspri combattimenti nella rete dei tunnel dell’acciaieria. È plausibile, secondo il think tank americano Institute for the Study of War, che i soldati della Wagner stiano provando a consolidare le loro posizioni a nord e a est della città prima di avventurarsi in incursioni più frequenti verso il centro.

L’ex “chef” di Putin è convinto dell’importanza strategica della città e mette in guardia dal pericolo di perdere la battaglia. “Sulla scacchiera – prosegue – rimarrà solo l’esercito russo e tutti gli altri pezzi verranno rimossi da essa. E se la Wagner muore nel tritacarne Bakhmut, ma vince contro le forze armate dell’Ucraina e quelle collegate attraverso le armi straniere, e dà all’esercito russo l’opportunità di andare oltre per proteggere gli interessi della Russia, allora avrà adempiuto al nostro ruolo storico“. Frasi meno sincere del solito: di recente il capo della compagnia militare privata ha moderato le sue sferzate contro il ministero della Difesa russo, forse preoccupato per uno “strappo” deciso dall’alto che lascerebbe la Wagner senza proiettili e in balia del nemico. Un cambio di registro quasi obbligato, anche se inizia a circolare l’idea che l’oligarca-guerriero possa addirittura puntare alla guida del Cremlino, candidandosi alle prossime elezioni presidenziali in programma nel 2024 in Russia.

Prigozhin con l’elmetto al fronte.

Gli scenari bellici dopo Bakhmut

Che a Bakhmut la situazione possa prendere una piega favorevole per la Russia lo si legge da settimane, spesso senza prove tangibili, ma c’è comunque un fondo di verità. A detta di numerosi analisti militari, perdere questo avamposto non avrebbe conseguenze negative per l’Ucraina, impegnata nella difficile missione di ricacciare l’esercito dello Zar dai territori occupati. La Russia, pur vincendo, rischierebbe di arenarsi e non avere più la spinta necessaria per un’altra offensiva nei pressi di Sloviansk e Kramatorsk.

È vero però il contrario: restare impantanati a Bakhmut, frenando l’avanzata dei mercenari Wagner, bloccherebbe i piani di un contrattacco ucraino previsto a maggio e per il quale serviranno tanti uomini e tante munizioni. E poi ci sarebbero i risvolti politici: se Mosca avesse la meglio, potrebbe tentare di persuadere non solo i suoi partner ma anche l’Occidente a fermare gli aiuti, imponendo un vantaggioso cessate il fuoco (proposto, peraltro, dalla Cina). Da cui, tuttavia, Kiev partirebbe sfavorita, soprattutto se si rivelasse incapace di riconquistare quei territori persi a sud e nell’est del Paese.

La sfida di Zelensky

Il monito arriva anche da Zelensky, che in un’intervista all’Associated Press ha rimarcato il significato di questa pervicace resistenza. “Se Bakhmut cadesse nelle mani delle forze russe, Putin venderebbe questa vittoria all’Occidente, alla sua società, alla Cina, all’Iran. La nostra società si sentirà stanca e mi spingerà ad avere un compromesso con loro”, ha dichiarato il presidente ucraino, reduce da una visita proprio a Bakhmut dal sapore di sfida ai proclami di Prigozhin, che qualche giorno prima aveva asserito di controllare il 70% della città.

L’Ucraina non ha quindi più tempo da perdere. Dal tritacarne Bakhmut dipende il futuro della guerra ed entrambi gli schieramenti stanno impegnando tutte le loro risorse, umane e militari, in questo teatro. Sempre se l’epilogo di questo conflitto dovesse essere stabilito con le armi e non con la diplomazia.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *