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In missione per il Kaiser. Il sogno tedesco di una Jihad anti-Londra durante la Grande Guerra – Formiche.net

Il sequel naturale de “Il Grande Gioco” è “Servizi Segreti a Oriente di Costantinopoli”, il saggio-romanzo di spionaggio in cui Peter Hopkirk ricostruisce, per la prima volta in italiano, le trame asiatiche degli agenti di Guglielmo II per far detonare una grande rivolta anti-britannica in mezzo continente asiatico, India in primis

Gli ordini di Berlino si muovono veloci per tutto il Levante. Transitano per l’ambasciata del Reich a Costantinopoli, e raggiungono i consolati di Germania in Arabia, Caucaso, Persia e Afghanistan: “Fate rivoltare i musulmani d’India contro i loro padroni britannici, a tutti i costi” si legge nei dispacci crittografati in caso finissero in mani sbagliate. È l’incredibile storia di spie, una delle tante della Prima guerra mondiale, che Peter Hopkirk ha raccontato in Servizi Segreti a Oriente di Costantinopoli e che la casa editrice Settecolori ha finalmente tradotto in italiano a quasi trent’anni dalla prima edizione in lingua originale. I protagonisti sono diplomatici, agenti segreti e orientalisti tedeschi incaricati dal Kaiser Guglielmo II di soffiare sul fuoco della protesta musulmana nella sfera d’influenza asiatica della corona britannica. L’obiettivo? Creare un diversivo strategico e sguarnire parte del fronte occidentale in Europa, dove i tedeschi sono accerchiati da forze nemiche in tutte le direzioni.

Un titolo più banale non potevano sceglierlo. Ma per il resto, Servizi Segreti a Oriente di Costantinopoli è un capolavoro. Del resto a scrivere è Hopkirk, storico e giornalista inglese, già ampiamente noto per Il Grande Gioco, altro masterpiece per gli appassionati del genere. Se ci si vuole davvero immergere in questo thriller di spionaggio e geopolitica vanno tenuti a mente alcuni punti fermi. A cavallo tra Otto e Novecento, l’India britannica è ‘Perla dell’Impero’, ciò che rende florido e globale il potere di Londra. Per spezzare il dominio della globalizzazione vittoriana, chiunque voglia sfidare la Gran Bretagna, da Napoleone in avanti, deve portargli via la sua ‘Perla’. E così, ne Il Grande Gioco, Hopkirk racconta la grande sfida lanciata dalla Russia imperiale degli Zar a partire dagli anni Trenta dell’Ottocento fino ai primi del Novecento. Un gioco di spie durato settant’anni durante il quale Pietroburgo le ha tentate di tutte pur di espandersi in Asia Centrale, nei territori degli attuali Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Afghanistan etc. Terre stratificate tra numerosi Khanati (Samarcanda, Tashkent, Merv, Ashgabat ecc.) e l’influenza delle spie di Londra, pronte a tutto pur di fermare l’inarrestabile corsa dei cosacchi verso l’India.

I russi però falliscono. La tentata rivoluzione socialrivoluzionaria del 1905 e la sconfitta nella guerra russo-giapponese costringeranno Pietroburgo a trovare un’intesa con Londra. Anche perché, e qui arriviamo al sequel, c’è un nuovo sfidante al predominio britannico dei mari e delle terre di mezzo pianeta: la Germania del Kaiser Guglielmo II. L’imperatore prussiano, asceso al trono nel 1888, fa sloggiare in un paio d’anni il vecchio cancelliere Bismarck, diplomatico per natura e sempre a caccia dell’equilibrio di potenza tra nazioni europee, sia nel Vecchio continente che nelle colonie. È il nuovo imperatore a prendere in mano le redini della politica estera del suo Paese.

È l’ora della Weltpolitik. L’Impero tedesco si candida a prendere il posto dell’Impero britannico, soprattutto ora che gli anni d’oro della Regina Vittoria sono finiti. Nel 1914 scoppia la Prima guerra mondiale. I tedeschi in Europa se la devono vedere su due fronti, come sempre. Da un lato i francesi appoggiati militarmente e logisticamente dagli inglesi. Dall’altro i russi, che con i primi due hanno stretto la Triplice Intesa. L’Italia invece ha mollato la Triplice Alleanza con tedeschi e austriaci, un patto firmato più di trent’anni prima quando c’era Bismarck. Presto Roma si unirà all’Intesa per completare il suo Risorgimento con la pretesa di annettersi il Triveneto. Non appena la guerra lampo si trasforma in logorante conflitto di posizione, a Berlino devono inventarsi qualcosa per scongiurare il rischio di sconfitta. L’idea è tra le più coraggiose. Scommettere sull’alleanza con l’Impero Ottomano, anche se in crisi da decenni come malato d’Europa, per tentare un diversivo: far scatenare una Guerra Santa contro i possedimenti britannici, in Medio Oriente come nel resto dell’Asia, India in primis. Agenti segreti, archeologi, orientalisti e diplomatici-spie vengono sparpagliati dal Kaiser a Costantinopoli come a Kabul, passando per le acque del Caspio e quelle del Golfo Persico.

L’obiettivo è la rivoluzione. Scatenare una rivolta anti-britannica grazie alla quale costringere Londra a dirottare preziose forze militari e navali in questo scenario, togliendole così al fronte occidentale in Europa, lì dove austriaci e tedeschi non riescono a sfondare in direzione di Parigi, paralizzati dalla guerra di trincea. Hopkirk, grazie a un formidabile lavoro di ricerca d’archivio, testimonianze e grande capacità narrativa porta il lettore a scoprire luoghi e personaggi che non hanno nulla da invidiare al più noto Lawrence d’Arabia. C’è il racconto della resistenza degli armeni all’avanzata dei turchi, intenzionati a deportarli dalle loro terre millenarie. Ci sono lo Shah di Persia e l’Emiro dell’Afghanistan che, in attesa di capire chi sia il favorito per la vittoria finale, lasciano pascolare nei loro domini sia spie tedesche che ufficiali del controspionaggio britannico che si confrontano a colpi di tribù locali corrotte, fili del telegrafo recisi, sequestri di ambasciatori con immunità diplomatica ed eroiche traversate nei deserti dell’altopiano persiano. C’è infine quest’incredibile storia che è la geopolitica che porta i britannici ad appoggiare i bolscevichi per non far cadere Baku nelle mani dei turchi. Altrimenti la via per l’Asia Centrale – e quindi il corridoio per l’India – sarebbe spalancata alle forze di Berlino e Costantinopoli. Insomma, in questo gran bel libro, a metà tra il saggio e il romanzo d’avventura, c’è tutto quello che serve se amate la geopolitica, lo spionaggio e la grande strategia.

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