Non a caso il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ha cerchiato in rosso due aspetti su tutti: il fatto che avesse chiaro il ruolo guida della politica e l’impegno a riportare alla centralità, sul fronte agricolo, le produzioni mediterranee, contrapponendosi agli interventi a pioggia. Le parole di Mattarella, Urso e Fontana all’evento alla Camera
Impegno, territorio e politica, salvaguardando le peculiarità. L’occasione rappresentata dal convegno “L’eredità e l’attualità di Giovanni ‘Albertino’ Marcora“, organizzato nella Sala della Regina di Montecitorio da Cooperazione finanza impresa (Cfi) e Centro Studi Marcora, è utile per mettere l’accento tanto sulle parole con cui è stato ricordato dalle istituzioni l’ex ministro Dc, definito dal Capo dello Stato nel suo messaggio “uno dei costruttori della Repubblica”. Quanto per decrittare l’esercizio politico “democristiano” da parte di figure autorevoli del centrodestra e FdI.
Non a caso il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ha cerchiato in rosso due aspetti su tutti: il fatto che avesse chiaro il ruolo guida della politica e l’impegno a riportare alla centralità, sul fronte agricolo, le produzioni mediterranee, contrapponendosi agli interventi a pioggia (salvaguardando le peculiarità in Ue).
Concretezza
Primo aspetto quello della concretezza, ovvero la conoscenza che Marcora aveva dei problemi dei produttori e delle aree rurali del Paese. Passaggio, questo, sottolineato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Convinto europeista, da ministro dell’Agricoltura, con la concretezza che lo caratterizzava, ha saputo portare nelle sedi comunitarie le ragioni di un riequilibrio delle politiche agricole a favore delle produzioni mediterranee, coniugando il progresso tecnico-produttivo con quello di chi in agricoltura vive e lavora”.
Di “Albertino” poi il Capo dello Stato ha rimarcato il suo nome di partigiano, il fatto che abbia “dedicato impegno e passione alla partecipazione politica, divenendo sindaco, parlamentare e ministro, sempre attento a tenere insieme modernità e solidarietà”. Propose anche una lettura “penetrante della Carta costituzionale nel rapporto tra doveri inderogabili del cittadino e rispetto dei valori di ciascuno e fu promotore dell’approvazione della Legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare”. Fino a ricordarne la matrice cattolico democratica, che si poggiava su cardini come sviluppo e solidarietà, “matrici di una democrazia autentica sono stati pilastri della sua azione politica e rappresentano un’indicazione per l’oggi”.
Non bonus, ma programmi
Ed è proprio il suo ruolo di ministro dell’agricoltura che rappresenta, oggi, un interessante terreno dove far confluire buone prassi di ieri e le aspirazioni attuali. Per questa ragione Fitto (che si è detto estremamente ottimista sul Pnrr, “non c’è tempo per pessimismo”), ha toccato il tema legato ai progetti europei, osservando che Marcora riportò nelle politiche agricole l’attenzione sulle produzioni mediterranee.
Inoltre, ha precisato il ministro pugliese (figlio di Salvatore, rilevante esponente della Dc, già Presidente della Regione Puglia dal 1985 al 1988) “sulla siderurgia dette un grande contributo con una visione dello sviluppo che è attuale anche con i temi dell’energia, dello sviluppo e del Pnrr”.
Marcora aveva chiaro il concetto fondamentale che la politica ha un ruolo di guida e a caratterizzarlo è stata “la cornice dell’approccio europeo nel rispetto delle istituzioni ma con l’obiettivo di salvaguardare le peculiarità”, stesso spirito “con cui ci accingiamo ad affrontare le sfide del Pnrr e del Repower Eu“.
Quale eredità
Ecco che, alla luce di questi elementi, il centenario della nascita di Giovanni Marcora offre alla politica di oggi una doppia opportunità: celebrazione e riflessione. Lo ha ribadito il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, quando ha osservato che la sua eredità di pensiero resta ancora estremamente attuale. Il riferimento è ai valori del cattolicesimo democratico, al suo impegno di parlamentare, uomo di governo e amministratore locale.
Fontana ha ricordato che le istanze che provenivano dal mondo del lavoro e dai giovani in particolare secondo Marcora “dovessero essere affrontate con un atteggiamento di apertura, per non rimanere schiacciati dagli eventi”.
Le sfide che toccarono a Marcora erano quelle del rilancio del settore agricolo, della difesa a Bruxelles degli interessi dell’agricoltura italiana, della ristrutturazione della siderurgia. Temi di estrema attualità, tanto da poter essere pesati come quelli nell’agenda del governo, su cui il ministro Adolfo Urso ha ricordato la strada da seguire: Marcora riteneva la crescita dell’economia reale, a partire dal settore agricolo, “uno strumento al servizio della giustizia sociale e della più equa redistribuzione delle ricchezze”, con il pensiero rivolto al rafforzamento della collocazione internazionale italiana nel quadro delle potenze occidentali.
@FDepalo