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Il ritorno del killer di Santa Scorese, dopo 32 anni Giuseppe Di Mauro tormenta la sorella: “Puoi clonarla, ti dico dove andare” – Il Riformista

L’uomo ora è ai domiciliari in una Rsa a 20 km dal luogo dell’omicidio

Redazione — 28 Marzo 2023

Il ritorno del killer di Santa Scorese, dopo 32 anni Giuseppe Di Mauro tormenta la sorella: “Puoi clonarla, ti dico dove andare”

“Se Santa quella sera mi avesse pregato di non ucciderla, non l’avrei uccisa”, avrebbe scritto il suo assassino Giuseppe Di Mauro a 32 anni dall’omicidio della 23enne di Palo del Colle, nella provincia di Bari, uccisa con quattordici coltellate dopo averle teso un agguato sul portone di casa il 16 marzo 1991.

Santa Scorese nel 1988 era una giovane attivista cattolica che voleva diventare missionaria. In quel periodo incontra per caso quello che poi sarebbe diventato il suo assassino, Giuseppe Di Mauro, che ne diventa ossessionato tempestandola di lettere e telefonate per costringerla a stare con lui, arrivando anche a minacciarla di morte se non avesse assecondato la sua volontà.

Un tormento che prosegue per tre anni e che vede nel mezzo di questo comportamento che oggi rientrerebbe nel reato di stalking (che ancora non esisteva), anche un tentativo di stupro avvenuto nel 1989.

Alla protezione di Santa quindi ci pensano familiari e amici. Soprattutto il padre Piero, poliziotto, la scorta ovunque e non la lascia mai da sola. Una sera di marzo, però, Santa decide di tornare a casa senza protezione da una riunione dell’Azione cattolica. Di Mauro la ferma sul portone e la colpisce con il coltello quattordici volte. Inutile la corsa e il ricovero al Policlinico di Bari.

Durante il processo per l’omicidio a Di Mauro vengono riconosciute patologie psichiatriche, viene prosciolto dalle accuse e ricoverato in un ospedale psichiatrico fino alla libertà vigilata. E, dopo essere rientrato in Puglia da Bolzano, paziente di una rsa di Cassano Murge – a 20 chilometri da Palo del Colle -, è finito ora ai domiciliari con l’accusa di atti persecutori nei confronti della sorella della vittima, Rosamaria.

Così ricomincia l’incubo per la famiglia Scorese. La scorsa estate Di Mauro avrebbe inviato una lettera a una cugina della sua vittima, Rosamaria (omonima della sorella di Santa) nei cui scritti sarebbe evidente una particolare attenzione per i movimenti proprio della sorella che dopo l’omicidio di Santa nel 1991 è stata impegnata in campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.

Di Mauro dopo aver scritto la lettera avrebbe cominciato a contattare ripetutamente la sorella di Santa con messaggi e vocali senza mai ottenere risposta. In uno di questi messaggi, avrebbe chiesto a Rosamaria di sottoporsi a maternità surrogata per far “rinascere” Santa. Così la famiglia Scorese è ripiombata nell’incubo di 32 anni fa e ha fatto l’unica cosa possibile, denunciare Di Mauro.

I carabinieri non hanno riscontrato nei comportamenti dell’assassino alcun segno di pentimento per l’omicidio e hanno sottolineato l’atteggiamento “morboso e ossessivo” nei confronti di Rosamaria, tanto che il 15 marzo scorso, in occasione della messa celebrata per il 32esimo anniversario della morte di Santa, la Chiesa Spirito Santo di Palo del Colle era presidiata dalle forze dell’ordine per motivi di sicurezza.

E appena 24 ore dopo la funzione un’ordinanza del gip di Bari ha disposto i domiciliari per Di Mauro nella stessa rsa in cui è ospite, aggiungendo però il divieto di comunicare con soggetti diversi dagli altri pazienti e di utilizzare computer o telefoni.

La tragedia di Santa ebbe una grande eco mediatica e colpì nel profondo la chiesa cattolica che nel 1999 aprì il processo per la beatificazione e la canonizzazione della giovane. La sua storia nel 2019 è anche diventata un docu-film con la regia di Alessandro Piva dal titolo Santa Subito che ha ottenuto un premio alla quattordicesima edizione della Festa del cinema di Roma.

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