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Il piano del Pentagono per riattivare le operazioni top secret in Ucraina

Il Pentagono vuole cambiare marcia in Ucraina. Il dipartimento della Difesa sta infatti facendo forti pressioni sul Congresso per riprendere a finanziare operazioni top secret nel Paese, due programmi attivi dal 2018 e sospesi nel febbraio di un anno fa, dopo l’inizio dell’invasione russa. Se dovesse arrivare l’ok di deputati e senatori, le forze speciali dell’esercito americano potrebbero impiegare operativi ucraini per osservare i movimenti delle truppe russe e svolgere operazioni di contro informazione. 

L’indiscrezione arriva dal Washington Post e da una quindicina di fonti sentite dal giornale americano, che confermano come in realtà il pressing del Pentagono vada avanti da mesi. Diversi funzionari hanno provato a convincere i legislatori a riattivare il programma già durante la discussione della precedente legge sul bilancio della Difesa, ma senza successo. 

A cosa servono i programmi top secret

I funzionari dell’esercito americano spingono per riattivare le attività soprattutto sotto il profilo della raccolta di informazioni, una necessità, dicono, che diventa sempre più forte man mano che si perdono gli effetti delle operazioni precedenti. Mark Schwartz, generale che nel 2018 presiedeva i programmi, ha spiegato al Wp che “quando si sospendono questi programmi a causa dell’escalation del conflitto perdi l’accesso a informazioni chiave su quello che sta davvero succedendo sul terreno.

La richiesta del Pentagono si inserisce all’interno del coinvolgimento di Washington nella partita per gli aiuti a Kiev. Nell’ultimo anno sono state innumerevoli le forniture di armi e mezzi, culminate con il via libera alla consegna di carri armati Abrams. Per questo, sostengono ufficiali del dipartimento di Difesa, ripristinare questi programmi metterebbe in sicurezza il coinvolgimento di Washington e questo perché personale americano avrebbe il controllo diretto sugli agenti ucraini dislocati in zone di guerra.

Anthony Blinken e Lloyd Austin insieme al presidente ucraino Volodymyr Zelensky

Come funziona il piano Usa

Tutti questi programmi vengono etichettati sotto il nome di “1202 programs”, dal nome della sezione 1202 del National defense authorization act, la legge che ne ha autorizzato funzionamento e finanziamento. La legge specifica che questo tipo di programmi non possono essere attivati in presenza di un “conflitto armato tradizionale”, di qui la decisione nel febbraio scorso di sospenderli in territorio ucraino.

Ufficialmente i programmi nati sotto la sezione 1202 sono operazioni di guerra irregolare e si affiancano ad altri programmi dell’antiterrorismo che permettono a Berretti verdi, Marine Raiders e Navy Seals, in accordo con il governo ospitante e l’ambasciata americana competente, di impartire a proxy locali missioni e ordini.

Per diverso tempo gli Stati Uniti hanno operato con programmi simili in tutto il mondo. Da diversi anni Washington paga militari e paramilitari stranieri in Medio Oriente, Asia e Africa, usandoli come forze “surrogate” in operazioni anti terrorismo contro al Qaeda, l’Isis e loro formazioni affiliate. Nei piani del Pentagono, nota ancora il Post, tutto quello che ricade sotto la sezione 1202 serve a contrastare l’azione di attori come Russia e Cina senza però sfociare in un conflitto aperto. 

Da qualche anno più di qualche legislatore ha acceso un faro su questi programmi, accusati di essere eccessivamente aggressivi, ma soprattutto opachi. E questo per una derivazioni del programma 1202, la sezione 127e che consente alle forze speciali americane di equipaggiare truppe straniere e inviarle in missioni per uccidere o catturare forze ostili. I programmi 1202, hanno sottolineato funzionari della Difesa, sono impegnati in operazioni non violente. Eppure restano molti dubbi sulla loro legittimità. Sia i programmi 127e che 1202 non prevedono che le forze surrogate rispettino i parametri di legge per il rispetto dei diritti umani prima di lavorare con forze americane. Un punto cieco delle leggi che ha sollevato non pochi dubbi. Ma quali erano le operazioni attive in Ucraina prima della guerra?

Cosa succedeva in Ucraina prima della guerra

Secondo le informazioni disponibili prima dell’invasione russa le forze speciali americane gestivano due programmi distinti di guerra irregolare in Ucraina. Il primo riguardava operazioni di contro informazione che “smontavano la propaganda russa raccontando le notizie certificate sui blog”. 

Più significativo il secondo tipo di programma. I commandos americani usavano surrogati ucraini per missioni di ricognizioni clandestine da condurre nell’Est del Paese, presumibilmente in Donbass. “Formavamo dei proxy per andare a raccogliere informazioni sui segnali di un gruppo di radar russi”, ha detto un funzionario del governo che ha scelto di restare anonimo e ha però voluto precisare come “gli Usa non stessero addestrando e pagando le forze di Kiev per uccidere le controparti russe”.

Mezzi della 521st Air Mobility Operations Wing arrivati a Wiesbaden in Germania il 4 febbraio 2022 (Foto EPA/SGT. STEPHEN PEREZ/US ARMY)

Cosa può succedere ora

L’iter per riattivare il programma 1202 in Ucraina non è semplicissimo. È infatti difficile che il Congresso dia l’ok prima dell’autunno quando si discuterà il prossimo bilancio della Difesa. Se dovesse passare la linea del Pentagono i programmi non ripartirebbero prima del 2024, anche se non è chiaro cosa ne pensi l’amministrazione Biden e se il presidente sia disposto a dare l’ok definitivo che invii i commando statunitensi in Ucraina per simili operazioni. 

L’ostacolo principale alla riattivazione della sezione 1202 per l’Ucraina non è tanto finanziario quanto politico. Il cambio di colore della Camera dei rappresentanti passata ai Repubblicani ha aperto delle crepe sul fronte del sostegno a Kiev, soprattutto se si considera che non tutto il Gop è favorevole a un appoggio incondizionato a Volodymyr Zelensky. Al contrario la spesa per i programmi sarebbe contenuta. Una stima parla di 15 milioni di dollari l’anno. Briciole se si considera quanto è stato stanziato in un anno di guerra. 

Per ora le certezze sono poche. Ufficialmente la riattivazione dei programmi non riguarderebbe operazioni di combattimento, ma solo di contro informazione e raccolta di dati per l’intelligence. Le stesse regole della sezione 1202 spiegano che le truppe surrogate non possono intraprendere operazioni di combattimento e soprattutto che le forze speciali americane coinvolte non possono condurre queste operazioni in prima persona. Come ha notato Politico non è ancora chiaro se le forze speciali supervisionerebbero al programma dal territorio ucraino oppure da un Paese vicino, magari Romania o Polonia. 

Non mancano neanche i timori di un’eventuale escalation. I critici delle operazioni sotto la sezione 1202 sostengono che la loro riattivazione potrebbe essere interpretata dalla Russia come una provocazione o addirittura un coinvolgimento diretto nella guerra e allargare quindi l’ampiezza del conflitto. E infatti una delle fonti sentite dal Washington Post ha detto che il  Pentagono potrebbe non fare breccia in una fetta non indifferente dei deputati. “Se durante un’operazione di ricognizione un gruppo di surrogati ucraini dovesse finire in uno scontro a fuoco coi russi cosa succederebbe alle nostre forze speciali?” Una domanda che per ora non ha una risposta.

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