Roma, 14 feb — Guerra aperta tra il New York Times e la Commissione europea, con il noto quotidiano statunitense deciso a trascinare l’istituzione nelle aule di tribunale: oggetto del contendere gli sms scambiati tra la Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e l’amministratore delegato del colosso farmaceutico Pfizer, Albert Bourla. Secondo i giornalisti americani, quei messaggi, vertenti principalmente sulla pandemia da Covid-19 e sul vaccino elaborato e commercializzato da Pfizer, dovrebbero essere pubblici e di pubblico dominio, in quanto contenenti informazioni di interesse della popolazione.

Il NYT vuole portare la Commissione europea in tribunale

La causa, incardinata presso la Corte di giustizia dell’Unione Europea il 25 gennaio scorso, e che ha trovato pubblicazione sul registro pubblico della Corte, rischia senza dubbio di far lievitare la tensione politica, visto che la segretezza mantenuta dai vertici europei sul fronte vaccini ha da tempo ingenerato malumori e serrate polemiche. Ad ora non sono disponibili dettagli tecnici sui documenti depositati e sulle motivazioni del giudizio, e i protagonisti, tanto il quotidiano americano quanto von der Leyen e gli organi della Commissione, si sono trincerati dietro il silenzio.

Non solo il New York Times ha mosso guerra alla von der Leyen

Ma il New York Times non è il primo giornale ad aver tentato di percorrere la via giudiziaria per fare luce su di una vicenda che ad oggi rimane ancora ammantata di segretezza e oscurità, con buona pace del sempre tanto sbandierato principio di trasparenza: in precedenza una strada analoga era stata tentata dal giornale tedesco Bild. Ma anche diversi politici avevano sottolineato il comportamento poco consono della von der Leyen e soprattutto la grave inopportunità di messaggiarsi con il vertice gestionale e amministrativo di una società farmaceutica con cui l’Ue è stata in trattativa commerciale. Ad aggravare il quadro le dichiarazioni Věra Jourová, commissaria per i valori e la trasparenza dell’Ue, secondo la quale gli sms potevano essere stati cancellati stante la loro «natura effimera e di breve durata».

Un esempio di cattiva amministrazione

Gli stessi contratti di acquisto hanno formato oggetto di polemica. Prima gli organi di vigilanza della UE, specificamente l’Ombudsman europeo, guidato da Emily O’Reilly, e poi da parte della Corte dei conti Ue. La Procura dell’organo di giustizia contabile dell’Unione ha confermato di aver aperto un’indagine sull’acquisto degli stock di vaccini, pur non specificando se vi siano soggetti ritenuti responsabili di una cattiva condotta contabile. Ma di certo, stando a O’Reilly il quale si è anche visto rifiutare la richiesta degli atti e dei messaggi, la totale segretezza degli scambi sms e della trattativa rappresentano «un esempio di cattiva amministrazione».

Via i lobbisti dal Parlamento Ue

Non ha certo poi aiutato il comportamento dello stesso Albert Bourla, che più volte chiamato a dare conto del suo comportamento — dallo scambio di messaggi con la von der Leyen ai dettagli della trattativa — si è trincerato dietro il silenzio. E proprio la totale mancanza di trasparenza, unitamente a un atteggiamento assolutamente non collaborativo degli organi di vertice di Pfizer, ha portato il Parlamento Ue all’approvazione di una proposta per allontanare i lobbisti e i funzionari del colosso farmaceutico dal Parlamento stesso. A favore della proposta, presentata dai Verdi europei nel gennaio scorso, hanno votato tutti i partiti ad eccezione del Partito popolare europeo e di Renew Europe.

Cristina Gauri

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