Esprimiamo il primo Contractor al mondo per l’energia da idrocarburi, oltre che per quella idroelettrica; le nostre major energetiche sono eccellenze globali, quella elettrica svetta nell’energia verde. È italiana la prima realtà al mondo per i cavi, quella per l’ingegneria del sottosuolo e uno dei primi cinque produttori di turbine. Ci aspetta una grande partita, che l’Italia può e deve giocare a testa alta
Nel 2022 l’economia italiana è riuscita a correre ancora, nonostante tutto. Così anche il suo export, che, già l’anno prima aveva dato una brillante prova di vitalità, recuperando nel post-Covid meglio persino di potenze economiche ben più grandi e rendendo l’Italia ottava nel mondo per esportazioni: segno che la nostra base industriale, sia pur frammentata, ha confermato caparbiamente le sue qualità, malgrado i contesti sempre più difficili.
È come se non sia rimasto inascoltato il memorabile richiamo del Capo dello Stato un anno fa a non distrarsi, a non perdere tempo: ai costruttori.
Bene avevano fatto nel 2021 anche i nostri Contractors internazionali, più incisivi nei Paesi in via di sviluppo: le imprese di costruzione tricolori (edili, industriali e infrastrutturali) hanno pesato per quasi il 6% sull’export globale del comparto, più di quanto abbiano fatto i nostri beni e servizi.
Eppure “l’Italia potrebbe fare molto di più” in questo campo (Guamari, ’22).
C’è stato un tempo, a metà del secolo scorso, in cui i nostri Contractors esportavano in tutto il mondo l’eccellenza dell’ingegneria e del saper fare italiani, guidati dall’abilità indiscussa nel realizzare grandi opere infrastrutturali e rafforzati dalla vivacità del mercato domestico negli anni del “miracolo italiano”.
Oggi, per edilizia e infrastrutture, altri Paesi europei vantano una maggiore presenza di colossi di prima fascia e tuttavia il nostro campione nazionale mantiene una storica leadership mondiale nel campo dell’acqua, occupando 80.000 persone in 50 geografie.
Per le economie nazionali è prezioso avere in squadra Contractors forti, soprattutto quando lo sono nel segmento cosiddetto Epc (Ingegneria, Approvvigionamenti, Costruzione), quello che scende in campo quando serve un unico responsabile a fronte della complessità, il valore, la dimensione delle opere da realizzare. Competere su base Epc significa essere addestrati a convivere con i rischi, la criticità, i vincoli, l’urgenza; a spingere in avanti le frontiere, quelle dei processi, dei territori, degli standard; a detenere competenze multi-disciplinari sempre pregiate, per avere visione coordinata su tutta la sequenza delle attività: dalla progettazione, al cantiere e al collaudo, passando per la platea dei subappaltatori e per le catene di logistica e di fornitura.
Qui, più che mai, le persone sono tutto. Come i mediani nel calcio, producono gioco per la squadra: almeno l’80% del loro fatturato si riverbera in prodotti e servizi da approvvigionare. Essi devono saper aprire la strada, escogitare, sostenere la responsabilità: sanno che per loro ogni partita è una finale e per questo guardano solo avanti, pazienti, ma implacabili.
Parliamo di moltiplicatori instancabili di benessere e di conoscenza, che fanno da traino per i Paesi di riferimento perché gestiscono l’intero ciclo di vita delle opere, potendo perciò imprimere propulsione alle filiere interne dell’industria, dei servizi, della ricerca, della formazione: per noi gioca in più l’unicità del “made in Italy”, fatto di saperi, di genialità, di qualità.
Ci avventuriamo in un’epoca in cui il pianeta avrà sempre più fame di energia, in tante forme, via via più nuove, e delle sue infrastrutture, cruciali e sfidanti: serviranno allora le capacità trasversali e avanzate di mediani coraggiosi, quali garanti finali di successo. Il mercato globale Epc è previsto che passi da 8 a quasi 14 trilioni di dollari in dieci anni, largamente dominato dal settore dell’energia, sul quale si riverseranno investimenti monstre necessari sia per affrontare le trasformazioni in tema di transizione ecologica e di sicurezza delle fonti, che per assicurare nel durante la sopravvivenza e l’ottimizzazione degli assetti preesistenti.
Esprimiamo il primo Contractor al mondo per l’energia da idrocarburi, oltre che per quella idroelettrica; le nostre major energetiche sono eccellenze globali, quella elettrica svetta nell’energia verde, laddove la nostra componentistica è ai vertici dell’export mondiale; è italiana la prima realtà al mondo per i cavi, quella per l’ingegneria del sottosuolo e uno dei primi cinque produttori di turbine; anche nel nucleare non siamo da meno e siamo leader storici nel campo della caldareria (apparecchi in pressione); primeggiano in Europa le nostre utility del trasporto gas, della distribuzione gas e della trasmissione elettrica.
Il Capo dello Stato stavolta ha richiamato la centralità dell’energia, quella rinnovabile anzitutto: è un terreno che conosciamo bene. Dunque avanti i mediani, ci aspetta una grande partita, che l’Italia può e deve giocare a testa alta.